Matilde,regina di un
sogno
Matilde di Canossa in trono, con in
mano il giglio
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Matilde di Canossa, la gran contessa,
nacque nel 1046, probabilmente a Mantova, da Beatrice di Lorena
e da Bonifacio. La sua famiglia era illustre, soprattutto da
parte di madre. Interminabile e' l'elenco degli antenati celebri:
Federico, duca della Lorena superiore, Lotario I re d'Italia,
Matilde di Svevia, Beatrice Capeto di Francia, Enrico I re di
Germania, Corrado III re di Borgogna, Welf il Bavaro, Edoardo
re di Inghilterra... Per quanto riguarda il padre, il fondatore
della dinastia degli Attoni fu Azzo Adalberto, che era riuscito,
proteggendo Adelaide vedova di re Lotario, ad assicurarsi l'appoggio
dell'imperatore Ottone I, suo secondo marito. Cosi', aveva esteso
i suoi domini alle citta' di Reggio, Modena e Mantova, iniziando
a costruire quell'embrione di stato moderno che naufrago', un
secolo e mezzo piu' tardi, per l'estinguersi della linea diretta.
Il territorio governato da Matilde era vasto, e fondamentale
dal punto di vista strategico. Ai possedimenti ereditati, i
discendenti di Azzo avevano aggiunto Ferrara, Brescia, Cremona,
tutta la Toscana e gran parte dell'Umbria. Bonifacio aveva trasferito
la capitale da Canossa, l'imprendibile roccaforte posta sui
calanchi emiliani, a Mantova, il luogo di maggior prestigio.
Qui, il ritrovamento della reliquia del Sangue, insieme all'alleanza
ferrea con il monastero di San Benedetto, sembrava assicurare
una solida base agli ambiziosi signori, che intendevano giocare
un ruolo primario nei difficili rapporti tra il Papato e l'Impero.
Ma l'omicidio di Bonifacio e le seguenti nozze di Beatrice con
il cugino Goffredo il Barbuto, della Bassa Lorena, complicarono
il quadro. L'eccessiva presenza francese nelle regioni italiane
provoco' la diffidenza del popolo padano e un'insanabile frattura
familiare. Infatti, quando Matilde, per volere materno, sposo'
Goffredo il Gibboso, figlio del suo patrigno, il carattere quasi
incestuoso del legame fini' per compromettere i fragili equilibri
di un cuore e di una nazione. Matilde abbandono' lo sposo, che
per tutta risposta mise in dubbio l'onesta' della donna, diffondendo
il sospetto che il nuovo papa, Gregorio VII, fosse divenuto
suo amante.
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Tutto quanto io posso cantare di una donna si' grande
e' sempre meno di quanto ella meriterebbe:
lo sappia il popol con me e sappiate che puo' essere solo
ammirata.
Ella e' luminosa quanto e' fulgido l'astro
di Diana;
la fede l'illumina, la speranza l'avvolge in modo mirabile,
e abita in lei il dono maggiore, la carita'.
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Queste sono le parole di Donizone,
il monaco che scrisse nei primi anni del dodicesimo secolo una
Vita di Matilde di Canossa. In effetti, la signora di
Mantova divenne la maggiore alleata della nuova politica papale,
sostenendo con vigore la riforma gregoriana e difendendo con
i suoi eserciti la Chiesa dalle milizie imperiali. Nello scontro
acerrimo tra il papa e l'imperatore Enrico IV, nel corso della
lotta per le investiture, l'episodio dell'umiliazione di Canossa
e' giustamente sottolineato. Colpito dalla scomunica, l'astuto
Enrico fu costretto a presentarsi a capo chino, inginocchiandosi
nella neve davanti al pontefice. Era il gennaio del 1077. Matilde
aveva vinto la battaglia, ma la guerra scatenata subito dopo
dal penitente bugiardo inflisse un grave colpo al suo potere.
I Tedeschi attaccarono la pianura, mentre il popolo delle citta'
si ribellava; battuta a Volta Mantovana, la contessa fu costretta
a ritirarsi nelle terre emiliane, per lei piu' sicure. Il conflitto
continuo' tra alterne vicende; Gregorio, gia' imprigionato nella
sua stessa Roma, mori' a Salerno nel 1085. Matilde tento' di
nuovo la via del matrimonio sposando Guelfo di Baviera, discendente
dalla casata omonima. Ma anche questo amore non attecchi'. Fortunatamente,
Enrico IV venne sconfitto proprio a Canossa, ma un'epoca stava
volgendo al termine. Le ultime mosse della grande dama non ebbero
conseguenze di lunga portata. Scomparve a Bondeno, nel 1115,
senza lasciare eredi. La salma venne sepolta nel monastero di
San Benedetto; piu' tardi sara' traslata a Roma, in San Pietro.
Con la tua scomparsa, o Matilde,
ogni onesto costume vien meno:
cerchera' il vassallo di salire piu' in alto del suo antico
signore,
il chierico gia' sta deviando dall'antico cammino,
il ricco si mangia il denaro che il povero avea in uso;
si formano per tutto il mondo le sette piu' disparate.
Lettura consigliata:
Matilde e i Canossa, di Paolo Golinelli, Milano (Camunia), 1991.
author: Giovanni Pasetti
Sito
Internet collegato : Le Terre di Matilde
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