1848: Governolo

nella prima guerra per l'indipendenza

(Tratto dal testo di C. Gobbetti  "Governo, un viaggio nella storia" pag. 138- 144)

Foto sopra: Bassorilievo bronzeo che raffigura i bersaglieri nel 1848 a Governolo

Carlo Alberto, dopo aver liberato i Milanesi dagli Austriaci, puntò l'attenzione su Mantova, la quale faceva parte del famoso quadrilatero austriaco (Mantova Peschiera Verona Legnago).

I mantovani costituirono a Gazzuolo un corpo militare con il nome di «Colonna Mantovana ».

Il primo combattimento nel mantovano fu lo scontro del 9 aprile a Goito.

Questo fu poi "soffocato" a Governolo il 24 dello stesso mese. In tale circostanza, scrive il Cattafesta, fu ucciso l'oste governolese Graziani, per non aver aiutato gli austriaci nell'incenduare una casa.[1]

Il 24 aprile 1848 era il giorno il Pasqua ed il combattimento avvenuto presso Governolo iniziò alle ore 4,30. Dovettero combattere fino alle ore 6,30 prima che gli austriaci lasciassero il campo. Il Benedini aggiunge che, essendo stati avvistati sulla strada di Mantova 1.200 tedeschi con 6 cannoni in marcia su Governolo, i soldati posti a difesa della linea modenese scapparono in tutta fretta, mentre i bersaglieri mantovani ed i volontari reggiani e modenesi si stesero sulla linea del Fissero, sparando, sostenuti da 4 cannoni. Alla fine i tedeschi retrocessero su Mantova lasciando morti e feriti sul terreno conteso.

I comandanti Longoni e Fontana diedero prova onorevole di coraggio e di bravura, mentre Bixio si dimostrò insuperabile tecnico d'artiglieria col rimettere prontamente in funzione i cannoni che ogni tanto si inceppavano per errori di carica.[2]

Fra i difensori di Governolo si distinsero anche i mantovani fratelli Strombio, un conte Arrivabene, Narciso Bronzetti e il genovese Goffredo Mameli.[3]

Più avanti, nel mese di maggio, il Generale Austriaco Radetzky, per rinforzare le sue truppe, si trasferì da Verona a Mantova. Fu la volta della battaglia di Montanara e Curtatone nella quale vinsero gli Austriaci e morirono molti giovani volontari, lasciati soli a resistere il più possibile.

Cattafesta commenta che furono mandati al macello dal comando piemontese.

Lo Zapparoli afferma che nel frattempo la partenza del Fontana da Governolo lasciò gli abitanti del nostro paese in uno stato di disperazione.[4] A nulla valse l'ordine del Bava (comandante del corpo Piemontese) di restare a Governolo nonostante le ingenti spese (L. 50.000) che il comune fu disposto a sostenere per i trinceramenti e il mantenimento delle truppe.

Il comando del battaglione venne affidato al Longoni. Egli, da fedele monarchico, cambiò il nome del battaglione in quello di « Bersaglíeri Mantovani Carlo Alberto », il che non fu gradito a diversi volontari repubblicani che se ne allontanarono, primo fra tutti Goffredo Mameli.

Lo Zapparoli, il governolese nato pochi decenni dopo gli episodi del '48 (quindi in grado di raccogliere le testimonianze orali dai suoi contemporanei), ci riporta il secondo combattimento in questi termini:

 « ... e il giorno 3 giugno, il comandante della fortezza di Mantova prende moralmente possesso di Governolo, inviando in luogo un ufficiale per la verifica del ponte sul Mincio.

Alla metà di luglio, gli Austriaci inviano a Governolo qualche compagnia, per tenere il passaggio sul Míncio.

Il 18 luglio il Generale Bava si appressa a Governolo  con le sue truppe per espugnarlo. Nel pomeriggio dello  stesso giorno ha inizio la battaglia che si estende presto furiosa dal ponte sul Mincio fino a Garolda, e, solo dopo 2 ore di aspro combattimento, le truppe Austriache battono in rotta. In questa brillante operazione ha consacrato il suo  nome alla storia del paese il governolese Comini Domeni, il quale è fra i primi soldati quando avviene la presa  del ponte ».

 

La vittoria a Governolo, commentano gli storici mantovani, fu possibile per il pronto intervento delle barche mercantili sul fiume Mincio. Furono 200 i bersaglieri spediti con queste barche ad assalire alle spalle i tedeschi.[5]

Terminato questo sorriso di fortuna le truppe partirono da Governolo verso Mantova per difendere S. Giorgio. Fra le persone note in questa battaglia, va ricordato, nella compagnia modenese, il Lamarmora, al quale è intitolata  una via del paese.

Non dobbiamo dimenticare che, nonostante le vittorie  dei bersaglieri a Governolo, ben presto le truppe piemontesi furono costrette a ritirarsi e la Lombardia ritornò sotto  l'occupazione Austriaca.

In ricordo delle due vittoriose battaglie dei bersaglieri a Governolo venne innalzato un monumento davanti al cimitero.

Circola un aneddoto secondo il quale il Mameli  ideò ed esegui per la prima volta a Governolo l'inno che  doveva diventare nazionale. A ricordo di quella gloriosa  battaglia è stato imposto il nome di Battaglione Governolo  a un reparto di bersaglieri del nostro esercito.

Il nostro  paese ha avuto il piacere di ospitare la fanfara di quel battaglione, che tanto onore si è fatto in occasione della sua missione di pace in Libano del 1982.

 

Clamoroso ritrovamento:

Un bollettino di guerra del 1848

Un ritrovamento singolare è avvenuto a Governolo nel luglio del 1961:

« La vita determina, a volte, coincidenze  addirittura straordinarie: il signor Silvestro Trinità di Governolo, recatosi a Brescia per conto del figlio Bruno che fa  il calzolaio, ha ritirato da una calzoleria un paio di scarpe avvolte in un vecchio giornale.

Arrivato a casa, ha subito notato  che la stampa aveva qualcosa di insolito e, svolto il giornale ne ha avuto immediata conferma. Si trattava infatti di una copia della "Gazzetta di Venezia" in data 21 luglio 1848. Centotredici anni prima, giusti giusti.

Ma non era fìnita: in ultima pagina, il giornale pubblicava un poscritto del Governo Provvisorio, a firma del segretario generale Zennari, che dava notizie proprio sulla battaglia di Governolo,  combattuta il 18 luglio precedente. Ecco il testo di quel bollettino di guerra:

" Ieri mattina, alle ore 10 e un quarto antimeridiane, un corpo di truppe piemontesi, comandate dal Generale Bava,  assalì il posto importante di Governolo, occupato dagli Austriaci fin dal giorno 15 corrente. Il combattimento durò vivissimo sino a mezzogiorno, e le artiglierie piemontesi fulminarono i nemici, cagionando loro gran danno. Gli austriaci stavano per ritirarsi in ordine quando i bersaglieri, mediante un favorevole movimento preparato già dallo stesso Generale Bava, discesero in barca da Borgoforte sino allo sbocco del Mincio, ed ivi, preso terra, si portarono alle  spalle del nemico (con l'aiuto del popolano governolese.

Domenico Comini, che ha abbassato il ponte levatoio e, insieme alla cavalleria, lo assalirono tanto furiosamente da  porre il disordine nella sua colonna, la quale fuggì entro Mantova, lasciando in potere dei nostri oltre 400 prigionieri fra cui il Comandante Rokavina, tre pezzi d'artiglieria, uno stendardo e parecchi cavalli. Molti furono gli austriaci morti.

La perdita dei nostri fu lievissima; si deplora quella d'un capitano di cavalleria (il conte Gattinara), due uffiziali feriti e pochi soldati morti o feriti" ».[6]

In appendice del testo C. Gobbetti "Governolo un viaggio nella storia" pag. 175 - 182 sono riportati alcuni stralci del racconto della battaglia di Governolo ad opera di un testimone oculare: A. Rivalta. Il testo è poi stato integralmente riportato in questo sito internet.

 

 

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[1] M. Cattafesta, Mantovastoria, pag. 377.
[2] A. Benedini, Pagine di Storia risorgimentale mantovana, CEDAM, 1967, pag. 52.
[3] M. CATTAFESTA, Mantovastoria, pagg. 377-381.
[4] Zapparoli, dattiloscritto pag. 7, Busta « Storia Governolo », Archivio Politone, S. Benedetto Po (MN).
[5] Mantova « La Storia », vol. III, pagg. 509-10.
[6] Sta in « Gazzetta di Mantova » del 22-7-1961.