Dopo il restauro del 1608 della chiusa ormai in condizioni rovinose,
l'8 marzo del 1609, iniziò la costruzione della famosa conca di
navigazione a Governolo. Fu il noto e celebre ingegner Gabriele
Bertazzolo a idearla e quindi realizzarla. A quell'epoca costumava
iniziare ogni grandiosa opera affidandosi a Dio per la buona riuscita.
In tale circostanza sia a Mantova che a Governolo furono fatte molte
orazioni pubbliche. Il Vescovo si ammalò. Per non perdere l'opportunità
della stagione favorevole fu deliberato di iniziare ugualmente i
lavori il giorno 8 marzo.
A svolgere le veci del Vescovo fu il parroco di Governolo, il quale
benedisse tre pietre fissate nel mezzo delle fondamenta della fabbrica.
Appena il Vescovo si ristabilì in salute, intraprese il viaggio verso
Governolo e impartì la benedizione pastorale ai lavori. Egli inoltre
benedisse due lapidi marmoree e alcune medaglie d'argento e di bronzo
che .furono poi gettate nelle fondamenta.
Lapidi sulla conca del Bertazzolo
Alcune lapidi sono tuttora presenti su una parete esterna della chiusa
oggi interrata e abbandonata. Le lapidi sono del tutto rovinate
dalle temperie e le loro scritte sono quasi del tutto irriconoscibili.
Le foto sopra riprodotto sono state fatte nel 1985 quando erano
ancora riconoscibile le scritte.
E' qui riportato il contenuto in latino ed in italiano della prima lapide
che fu posta sull'ala grande della chiusa (oggi fortemente deteriorata):
SERENISSIMI
VINCENTII GONZAGAE
MANTUAE
IV ET
MONTISFERRATI II
DUCIS,
ET PRINCIPIS, AD
OMNIA EXCELSA
NATI, JUSSU.
HAEC
QUAE AQUARUM
IMPETU,
PRISCORUM
BELLORUM, TEMPORUMQUE
INIURIA
DIRUTA,
AC PENE
EVERSA IACEBANT;
GABRIEL
BERTAZZOLUS LAURENTII FILIUS,
ACQUARUM
PRAEFECTUS,
AERE
PUBLICO
MELIORI
FORMA REFICIENDA,
AC INSTAURANDA
CURAVIT.
ANNO
D.NI MLCVIII
TRADUZIONE
Per
ordine del Serenissimo Vincenzo Gonzaga, quarto Duca di Mantova
e secondo di Monferrato, nato per le grandi cose, Gabriele Bertazzolo
di Lorenzo, prefetto delle acque, con pubblico denaro, curò che
queste chiuse che l'impeto delle acque e delle antiche guerre, nonché
il tempo avevano sgretolato e quasi rovinato, fossero restaurate
e con più modernità rifatte. L'Anno del Signore 1608.
Nella
seconda lapide, molto più lunga e dettagliata si leggeva in latino
questo messaggio riportato in questa pagina in italiano moderno:
« Il Serenissimo ed Invitto Signore Vincenzo Gonzaga, quarto Duca di
Mantova, secondo del Monferrato, Ottimo Principe, clementissimo
e provvidentissimo al fine di provvedere al bene pubblico, all'agevolazione
della navigazione, alla salubrità dell'aria e alla purezza delle
acque vitali, gettò le fondamenta di questa opera grande certamente
e memorabile, sia per regolare il lago, sia per contenere in esso,
a suo giudizio, la forza delle acque.
Gabriele Bertazzolo, figlio di
Lorenzo, prefetto delle acque, concepì e illustrò tale costruzione,
con strenuo lavoro la seguì, appoggiato dagli auspici felici del
Gloriosissimo Principe; e al fine di perennare la gloria di un tanto
Principe, sprezzando le difficoltà, e contro l'opinione di tutti,
superate l'altezza delle acque ed il vuoto del profondo limo, con
lo ausilio di fortissimi lavori di consolide, con l'aiuto meraviglioso
del buon Dio, curò la costruzione della fabbrica.
Frate Francesco Gonzaga, insigne uomo per la pietà, Principe del Sacro
Romano Impero, Marchese di Ostiano, per Grazia di Dio e della Santa
Sede Apostolica Vescovo di Mantova, pose la prima pietra benedetta
a fondamento dell'opera, dopo d'aver ritualmente invocato il Celeste
Nume, e con la sacra benedizione asperse e l'opera e i costruttori.
L'anno del Signore 1609 »
Nel libro che il Bertazzolo indirizzò al Duca Vincenzo riguardo il progetto
del nuovo sostegno, precisò di essere stato testimone oculare dell'esistenza
dei resti dell'antica chiusa
fabbricata ad un solo transito dal Pitentino nel 1198. Egli
affermava che le fondamenta si potevano vedere quando il Mincio
era in gran siccità.
Inoltre precisava che la chiusa esistente nel 1609 era quella suddivisa
in due bocche costruita nell'anno 1394 da Francesco Gonzaga. Di
quella chiusa lasciò un suo disegno allo scopo di evidenziare lo
stato di precarietà che si poteva osservare a quei tempi.
Il nuovo progetto fu realizzato accanto alla bocca dove già passavano
le barche, dalla parte delle case del borgo (sponda sinistra). Il
fabbricato aveva la funzione di permettere. il passaggio delle barche
in situazioni di serramento
della chiusa, sia nei momenti di eccessiva acqua che in quelli
di scarsità nel lago di Mantova.
A quel tempo i barcaioli per attraversare la conca con le loro imbarcazioni,
dovevano ricorrere all'impiego da tre a cinque argani per i quali
occorreva la forza di dieci, venti o più persone. Questa operazione
richiedeva la spesa di mezzo o intero scudo.
La realizzazione del Bertazzolo permise il passaggio di due barche alla
volta senza pericolo e con ridottissima spesa per il minor impiego
di persone ...
I lavori per assicurare la migliore navigabilità, secondo il progetto
del Bertazzolo, proseguirono per molto tempo. Fu durante questi
scavi per le fondamenta della chiusa che il Bertazzolo trovò una
gorra marina (vedi pag. origini di Governolo).
L'opera riscuoteva ammirazione, tanto che un contemporaneo, Orazio Navazzotti,
dedicava al Bertazzolo nel suo discorso sopra il nuovo sostegno,
questo sonetto:
Mentre
del Mincio il liquido cristallo
Tenti
innalzar d'intorno al patrio nido,
Gabbriele,
e ne dai ricordo fido,
E
all'ampio esito suo già stringi il vallo.
Le
Ninfe del bel Lago in lieto ballo
Cantano
sul fiorito, e verde lido;
E'1
tuo nome innalzando in chiaro grido,
Chiudono
all'onde, ancb'esse, ogni intervallo.
Novo
Piton, che dall'erboso fondo
Sorgea
del Lago ad infettar la Terra,
Fia
che per opra tua sommerso reste:
Già
in più vaste acque si ripara, e serra
La
bella Manto, e sotto aer più mondo
Di
più 'verd'erbe, e più bei fior si veste.
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