Testimonianze sul
comune di Governolo
Il giorno 20 dicembre dell'anno 1774, i reggenti del comune
di Governolo, Giacomo Lanzoni, Bartolomeo Gandini e il « deputato
comunale » Gavoliano Orioli, risposero ai quesiti degli austriaci
che ne occuparono il territorio. Si tratta di ben 47 domande
aventi come scopo il rilievo della situazione economica territoriale.
1 registri di questi documenti sono conservati nell'Achivio
di Stato di Mantova. Riporto alcune testimonianze che possono
soddisfare la curiosità di quel tempo. Il numero dopo la lettera
« r. » corrisponde a quello della domanda e rispettiva risposta
del documento.
Il territorio di Governolo si divideva in due rami: uno sotto
la pretura di Borgoforte, l'altro sotto quella di Ostiglia.
(Segue la particolare descrizione dei confini) (r. 1).
Il comune non aveva controversie con le comunità confinanti
2).
L'unità di misura della superficie corrispondeva all'attuale
biolca mantovana (mq. 3138,5969), corrispondente a tavole cento
(r. 3).
Vi erano terreni coltivati a vite, a prato, a pascolo e a boschi.
Non vi erano terreni coltivati a riso (r. 4).
Parte dei terreni erano coltivati a gelsi per la produzione
delle gallette da seta (r. 6).
Il prezzo di stima in occasione di vendita dei terreni coltivati
a vite erano: per quelli di migliore qualità cento scudi ogni
biolca; per quelli mediocri settanta scudi; per quelli difficili
cinquanta scudi (r. 9).
La legna dei boschi si scalvava a intervalli di tre anni. Non
veniva affittata perché i padroni ne avevano poca quantità (r.
10).
Nei terreni migliori e mediocri si seminavano a rotazione:
granoturco, frumento, segala e coltura in genere (prati) (r.
12).
Il trasporto per la vendita dei prodotti fuori dal territorio
con carro e bovi, costava due lire per miglia (r. 20).
Tre paia di bovi erano in grado di arare una biolca e mezzo
di terreno al giorno e venivano pagati ventiquattro lire (probabilmente
era il noleggio degli animali). I giornalieri (lavoratori della
terra a giornata) venivano pagati da S. Micbele fino alla Madonna
di marzo (dal 27 settembre fino al 25 marzo) con soldi trenta
e boccali tre di vino. Il rimanente periodo lire due al giorno
e tre boccali di vino. Non viene specificato se il vino era
una quota giornaliera o semestrale. 1 giornalieri forestieri
venivano pagati il doppio (r. 21).
Nel comune di Governolo vi erano sette mulini posti nel fiume
Po e un solo torchio ad olio (r. 24).
La comunità ogni anno formava una riunione generale alla presenza
del pretore locale. Si sceglievano sette deputati, due dei quali
con il titolo di reggente dovevano abitare in luogo. Si eleggeva
il massaro per esigere le tasse rusticali (r. 26).
Le carte, scritture e i vari registri di calcolo sono presso
il massaro perché non vi era l'archivio e cancelliere. Il massaro
aveva lo stipendio annuo di lire 436. I « deputati comunali
» e reggenti non venivano stipendiati (r. 27).
La somma degli abitanti ammontava a 2.570 (r. 32).
I padri di dodici figli godevano l'esenzione dalle tasse rusticali
fino alla quarta generazione (r. 41).
Vi sono dei beni ecclesiastici ma il comune di Governolo non
aveva il loro registro e per quelli antichi, non pagavano l'estimo
né altri aggravi del comune (r. 43).
1797:
Un episodio curioso
Il
Dott. Alberto Benedini, direttore scolastico, in una sua pubblicazione
edita in occasione del centenario della liberazione di Mantova
dal dominio austriaco, riporta:
«
... il Risorgimento ebbe (da noi) alba precoce. Se ne potrebbe
fissare la data in quel lontano 10 maggio 1797, quando,
sulla piazza di Roncoferraro, in mezzo ad un quadrato formato
da reparti a piedi e a cavallo dell'esercito francese e
da contadini dei dintorni, venne piantato l'albero della
libertà..., della libertà donata dalla Repubblica francese
alla sorella Repubblica cisalpina, di cui i nuovi consiglieri
comunali, guarda caso tutti governolesi!, erano i degni
rappresentanti ... ».
La festa finì con il triplice sparo dei fucili preceduto
da un discorso ufficiale inneggiante alla libertà e alla fraternità.