Ludovico e Francesco Gonzaga nel 1362 durante una cena
uccisero il fratello Ugolino per il suo atteggiamento filovisconteo
in contrasto con la tradizionale amicizia dei Gonzagá con
i Veneziani.
Bernabò Visconti attese questa occasione per allearsi
nel 1368 con gli Scaligeri (Signori di Verona) fino al punto
di minacciare il castello di Governolo.
Questo episodio, nonostante il successivo intervento
pacificatone dell'imperatore Carlo IV di Boemia, indusse Ludovico
a rafforzare e a tenere sempre pronte tutte le fortificazioni
mantovane, svolgendo continui lavori di restauro ed ampliamento,
per cui la richiesta di sassi dalle colline di Monzambano
e di quadrelli, coppi e calcina alle grosse fornaci di Governolo,
Borgoforte e Castiglione Mantovano erano continue e rivestivano
la massima importanza.[1]
E' qui riportata una relazione di rinforzo degli argini
del Mincio fatta da Bartolomeo de Benedetti con la successiva
riproduzione fotografica del documento conservato nell'archivio
di Stato di Mantova: 1392: documento relativo al rinforzo
degli argini a Correggio Micheli (Arch. di Stato di Mantova).
TRADUZIONE DEL DOCUMENTO IN ITALIANO
« Magnifico ed eccellentissimo Signor mio
alla Vostra magnificenza comunico che visitai l'argine di
Correggio Cremaschi da fare di nuovo con Zanello Braidi, Benvenuto
Micheli, Bartolomeo Marono, Domenico De Gozza, ( ... ? ) Giacomo
Vandini, il gastaldo (amministratore) del priore di S. Matteo
per esaminarlo da farsi in due modi, e visto ed esaminato
il diligentemente deliberammo per maggior e minor tutela di
farlo in questo modo cioè:
1°) trentasei ( ... ?) pertiche incominciando
dalla parte superiore venendo verso il basso, stimando otto
giornate di lavoro per queste pertiche;
2°) ventisei pertiche consistenti in 24 giornate
di lavoro, pertiche che iniziano verso ovest e 66 pertiche;
similmente riservando verso l'argine del Mincio 1000 giornate
di lavoro secondo mi è stato detto. Dove ci sarà maggior bisogno
farò oggi pesare 7000 coppi da consegnare a Quinzano come
mi è stato detto; e intanto sono stati mandati più di 600
mattoni cotti, se non (
?) si troverà di più. Prima
parte di detti argini 39 pertiche da campo, 1092 opere lavorative.
Seconda parte 27 pertiche da campo, 39 di opere (
?).
Terza parte verso il Mincio 1000 di opere (... ?) la somma
di tutte le sopraddette opere assommano a 2340 (?).
Vostro Bartolomeo De Benedetti. Governolo
3 dicembre 1392 »[2]
Nell'archivio Gonzaga si trovano numerosi documenti
di Bartolomeo De Benedetti riguardanti la restaurazione del
castello governolese. Questi scriveva a Ludovico Gonzaga che,
scavando la terra per fare le torri, si rinvennero le fondamenta
di una torre più vecchia. Non è possibile sapere se era una
di quelle dell'antico castello matildico. La lettera continua
che da lì si vedeva la torre di Serravalle. Si chiedeva di
porre una campana per chiamare gli uomini in caso di pericolo.[3]