Il Torelli, nel suo libro « Un comune cittadino ...
» (vol. 1 pag. 112), testimonia per il 1231, alcune opere
di imbrigliamento dei corsi d'acqua a Governolo, soprattutto
riguardo agli argini del Po e del Mincio.
Azzi dimostra, attraverso le testimonianze del Volta,
del D'Arco e dell'Averone, che nel 1259 fu portata a termine,
per merito di Sordello, la grandiosa opera a difesa di Mantova,
il cosiddetto Serraglio. Consisteva in una estensione di terreno
che da Curtatone, passando per la valle di Buscoldo, si estendeva
fino al di sotto di Borgoforte e andava sino a Governolo.
Fu per tale operazione che, nello stesso anno (1259), furono
edificati castelli e torri a Governolo, a Marcaria, a Borgoforte
e a Montanara.
In quella circostanza, la città di Mantova fu divisa
in quattro quartieri detti Sancti Stepbani, Sancti Jacobi,
Sancti Martini et Maius.
L'opera di difesa iniziata ai tempi di Alberto Pitentino,
venne completata nel sec. XIII mediante la chiusura del Serraglio.
L'importante lavoro consisteva nell'incanalamento di molti
scoli e corsi d'acqua nell'avvallamento compreso fra il lago
Superiore di Mantova e il Po.
Nell'avvallamento vi era uno stagno detto Largione (Larione
o Lirone), il quale si internava nelle valli di Buscoldo,
fino al Mincio superiore. Mediante la deviazione delle acque,
si stabilì la forte linea di difesa nella zona detta appunto
Serraglio.[1]
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