1101 Matilde di Canossa

incontra a Governolo il Cardinal Bernardo

Tratto da Claudio Gobbetti "Governolo: un viaggio nella storia" p. 37 - 40

Documento Matilde

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Matilde di Canossa

Nel 1101, il 4 del mese di maggio, Governolo era in festa e il castello adornato per un avvenimento importante. La Gran Contessa Matilde da tempo aspettava questo momento, l'arrivo del legato pontificio di Papa Pasquale II il Card. Bernardo per redigere un importante documento: si trattava di riconfermare al monastero polironiano il possesso di certe terre (l'isolotto di Ginepre e un fondo nella valle di Bagnolo) che Bonifacio Canossa aveva donato nel 1005, ma delle quali poi gli amministratori della Contessa avevano goduto indebitamente.

Si affrettò a raggiungerli il Superiore del monastero, l'abate Alberico. Egli doveva rendere omaggio alle due auguste persone, ma soprattutto riconfermare al monastero tali terre.

Erano presenti il notaio Anselmo[1] e numerosi testimoni fra i quali gli arcipreti: Federico di Carpi, Zeno di Burbassio, Pietro di Roncoferrario; vi erano anche Sasso di Bianello, Amedeo di Nonantola e due signori di nome Rolando.[2]

L'originale di tale documento è conservato nell'Archivio di Stato di Milano.[3]

Riportiamo la traslitterazione dal Regestum del Torelli, segue il contenuto in italiano.

Documento in latino

 Governolo, 4 maggio 1101.

.MCI., ind. VIIII., .iv. die in. mense madii. Die lune quadam, dum ego comitissa Matildis f. qd. marchionis Bonefacii aput Gubernulum essem cum cardinale Bernardo vicario Pape Pascalis II in Italia, veniens Albericus monast. ab. S. Benedicti, conquestus est nobis de vilico nostro de Burbassio qui molestabat insulam Zenevre, que in carta donationis patris mei his finibus terminatur:

a mane Rongoferrario iuris nostri,

a merridie decurrit Mincio et vadit in Padum Larionem,

a sero fossa de Burbassio,

a montis Gricia de media silva, quam insulam monast. restituimus et donamus;

que insula Zenevre his terminis difinitur:

a meridie currit Mincius, et intrat per Waroldola in alia fovea que fluít et vadit deorsum et revertit de subto in eundem fluvium Mincium.

Quam insulam curticelle predicte adiacentem, et ipsam curticellam, cum decìmis et pertinenciis suis, predicto monast. S. Benedicti « quod est fondatum super proprietatem meam et antecessorum meorum » dono ita quod ab. et sui successores de omnibus supradictis omnem utilitatem suam faciant in perpetuum.

Preterea conquestus est ab. Alberico de vilico suo et nostro qui eccl, sue S. Iohannis de Burbassio quamdam vallem in Bagnolo abstulerat.

Visis rationibus et auditis testibus, illam vallem pretaxato monast. reddimus, quam pater noster ipsi monast. iam dederat.

Que vallis in Bagnolo his finibus terminatur,

a sero ager quidam factus,

a meridie Padus Lario,

a mane sicut Mincius vadit in fluvium Padi,

a settentrione fossatum Cuppe.

Omnia pretaxata, stipulatione subnixa, sub pena .c. lib. den.

Papiensium defensare promittimus. Act. aput Gubernulum.

Tt. Petrus archipresb. de Rongoferrarío, Fridericus Carpensis archipresb.,

presb. Zeno de Burbassio, Sichezo de Rungoferrario,

Rolando et Sasso de Bibianello, Amedeus de Nonantula, Rolando.

S. m. comitissa. [ST.] Anselmus not. [M.]

Matilda Dei Gracia si quid est sscr.

 

 TRADUZIONE IN LINGUA ITALIANA

Governolo, 4 maggio

Quel giorno di lunedì mentre Io, Contessa Matilde figlia del Marchese Bonifacio ero presso Governolo con il card. Bernardo inviato del Papa Pasquale II in Italia, venendo Alberico abate dal monastero di S. Benedetto Po, si lamentò con noi del nostro fattore di Barbasso che molestava l'isola di Ginevre (dovrebbe essere nella zona vicino alla Garolda ... ) che nella carta della donazione di mio padre finisce con questi confìni:

a mattina con Roncoferraro di nostra proprietà,

a mezzogiorno scorre il Mincio e si getta nel Po Larione,

a monte con la fossa di Barbasso,

a settentrione con una foresta Gricia (nella quale scorreva l'attuale canale Allegrezza);

la quale isola restituimmo e donammo al monastero.

Questa isola Zenevre è compresa in questi confini:

a mezzogiorno scorre il Mincio, ed entra per Waroldola (Garolda) in un altro fossato che scorre e va all'indietro e ritorna più sotto nello stesso fiume Mincio.

L'isola adiacente alla piccola corte predetta, e la stessa piccola corte con le sue decime e pertinenze, è stata data in dono al suddetto monastero di S. Benedetto che è stato fondato sulla proprietà mia e dei miei predecessori, cosicché l'Abate e i suoi successori traggano ogni utilità in perpetuo da tutto quanto sopraddetto.

Inoltre si lamentò l'abate Alberico del suo e nostro fattore che aveva sottratto alla sua chiesa di S. Giovanni di Barbasso una parte della valle di Bagnolo. Considerate le ragioni e uditi i testimoni restituimmo al monastero quella valle che il nostro padre già aveva dato al monastero stesso.

La valle in Bagnolo è delimitata da questi confìní:

a sera c'è un argine,

a mezzogiorno il Po Larione,

a mattina la zona in cui il Mincio entra nel fiume Po,

a settentrione il fossato Cuppe.

Noi promettiamo di difendere tutte le cose definite e stipulate, sotto la pena di 100 libre di denaro.

Redatto presso Governolo.

Testimoni Pietro Arcipresbitero di Roncoferraro, Federico di Carpi Arcipresbitero, il presbitero Zeno di Barbasso, Sichezzo di Roncoferraro, Rolando e Sasso di Bianello, Amedeo di Nonantola, Rolando.

Matilde Contessa per Grazia di Dio...

Sottoscritto da Anselmo notaio

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DA DEI

GRATIA SI

QUID EST

 

E' il Santo Patrono di Parma
il cardinale venuto a Governolo

Dopo un'accurata analisi di chi fosse questo cardinale Bernardo, vicario di Papa Pasquale II, che si è incontrato con Matilde di Canossa, mi permetto affermare con sicurezza che è il patrono principale della diocesi di Parma.

La sua festa, tra le più solenni nella chiesa parmense, si celebra il 4 dicembre e il suo corpo riposa nella cripta della cattedrale della stessa città.

Nato a Fírenze attorno al 1060 dalla ricca e nobile famiglia degli Uberti, entrò giovanissimo nell'ordine monacale Vallombrosano.

Divenne presto abate maggiore della congregazione e Cardinale per opera di Papa Urbano II.

Si occupò di problemi della riforma e in particolare di quello delle investiture: San Bernardo di Chiaravalle lo considera tra i grandi vescovi della Chiesa. Morì a Parma il 4 dicembre 1133.

Il valore della santità di questo Cardinale e Vescovo fu nel suo coraggio di restare fedele alla Chiesa come l'ebbe costituita Cristo, senza lasciarsi dominare dal potere politico degli imperatori, fino a subire forti umiliazioni e carcerazioni.[4]

 

Governolo è nell'isola di S. Benedetto

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La zona di S. Benedetto nel periodo matildico era circondata da corsi d'acqua tali da formare un'isola. Un importante documento del 18 marzo 1109 informa come Governolo, castello e borgo, si trovasse nell'isola di S. Benedetto."[5]

Nei suoi pressi il Mincio sfociava nel Lirone, che a sua volta comunicava con il Po. Matilde ricevette in restituzione il feudo dall'abate Alberico di Polirone del centro e della rocca di Governolo, precedentemente donati, per alleggerire i monaci dagli obblighi militari relativi a una zona fortificata, dietro un versamento annuale al convento di 100 soldi di Lucca.

Tale documento testimonia ancora una volta che Matilde disponeva del castello e borgo di Governolo e, come sempre, lo riconosceva ex proprietà dei monastero di S. Benedetto.' [6]

 

 

Morte di Matilde di Canossa

Nell'anno 1115 morì Matilde di Canossa, avvenimento che segnò l'inizio dell'epoca comunale nella storia di Mantova.

Un documento Matildico, redatto il 4 maggio 1115 a Bondeno presso il letto di Matilde inferma, fornisce un'indicazione sull'idrografia della nostra zona.

All'inizio del XII sec. il corso principale del Po era nel grembo del Lirone, ossia non più a sud, ma a nord dell'isola sambenedettina. I monaci lo avevano imbrigliato per arrestare definitivamente la sua tendenza a spostarsi verso nord.[7]

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Sito Internet collegato: Le Terre di Matilde

[1] Non S. Anselmo, come è stato ritenuto in un articolo di Don Pierino Pelati in « Civiltà Mantovana », anno 1974, quaderno 47-48, pag. 331.
[2] A. OVERMAN, La Contessa Matilde di Camossa, pag. 149.
[3] C. Gobbetti Governolo un viaggio nella storia a p. 164 è riportato la sua traslitterazione dal Regestum del Torelli, mentre segue il contenuto in italiano.
[4] Biblioteca Sanetorum, vol. III, pag. 47, Soc. Grafica Rornana, 1963.
[5] Torelli R.M. n. 144.
[6] G. SISSA, in « Atti e Memorie dell'Accademia Virgiliana », vol. XLIV, pag. 13; OVERMAN, La Contessa Matilde e sue proprietà, op. cit., pag. 162.
[7] G. SISSA, in « Atti e Memorie dell'Accademia Virgiliana », vol. XLIV, 1976, pag. 19.