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I CATARI
La parola "cataro"
appare per la prima volta tra il 1152 e il 1156 nei "Sermones contra
Catharos" ( Sermoni contro i Catari ) di Ecberto di Schonau. Egli
dice : Cathari, id est puri ( I Catari, cioè i Puri ). Alano di Lilla
dà una etimologìa denigratoria :" Catharus da Catus, gatto, perchè
nei loro riti segreti baciano il sedere di un gatto". I Catari
invece erano soliti chiamarsi Christiani o Boni Christiani o anche Buoni
Uomini. Due scritti eresiologici del XIII secolo ci parlano delle origini
del movimento cataro in Italia, lAnonimo "De heresi Catharorum"
( Sulleresia dei Catari), scritto verso il 1210 e il "Tractatus
de hereticis" ( Trattato sugli eretici) di Anselmo dAlessandria,
scritto verso il 1270.
Anselmo dice che alcuni Francesi
giunti a Costantinopoli per conquistarla, verso il 1147, al tempo della
seconda crociata, si sarebbero convertiti ad una eresia, formando una
comunità con a capo un " vescovo dei Latini". Era un ramo
del Bogomilismo importato a Costantinopoli dellordine di Bulgaria.
I Francesi tornati a casa, si misero a predicare e a moltiplicarsi;
fu nominato il vescovo di Francia e, poichè erano stati convertiti a
Costantinopoli dai Bulgari, in tutta la Francia gli eretici furono detti
"Bulgari". " I Catari hanno avuto origine in Bulgaria,
che prima si chiamava Mesia. Pertanto Bulgari o Burgari e in gallico
Boulgres, sordido e disonesto nome che ancora persevera in Francia".
Leresia si diffuse tra gli Occitani. Furono creati quattro vescovi,
di Carcassonne, di Albi, di Tolosa e di Agen.
I L DOGMA
I Catari erano dualisti. Sostenevano
che il Dio buono non è onnipotente, il Male conduce una grande guerra
per contendergli la vittoria. Il mondo materiale non è stato creato
da Dio, è interamente opera di Satana. Il mondo è diabolico, manifestazione
del Male. Luomo era considerato pure lui di origine diabolica,
in quanto creatura di carne. Il Diavolo era però incapace di creare
la vita. Chiese a Dio di aiutarlo e di infondere unanima nel corpo
umano fatto di creta. Dio, per bontà, immise una particella di Spirito
nel corpo umano. Con vari inganni Satana riuscì a tenerla prigioniera.
Adamo ed Eva furono spinti dal Demonio a quellunione carnale che
avrebbe sancito la loro immersione nella materia. Lo Spirito soffiato
da Dio nel corpo, con la procreazione, si moltiplica e si suddivide
allinfinito. Il mondo materiale, per i Catari, è il livello più
basso della realtà, più irrimediabilmente lontano da Dio. Il Demonio
è il Dio dellAntico Testamento, Sabaoth, rozzo imitatore del Dio
Buono, incapace di creare ma grande seduttore di anime, che porta prigioniere
sulla Terra. Le introduce nella Materia che è loro estranea, e vivono
in unimmensa sofferenza perchè separate dal Dio Buono col quale
vivevano in beatitudine e a cui anelano di ritornare.
Cerano delle sètte catare
che credevano nella trasmigrazione di queste anime da un corpo allaltro,
in continue successioni di nascite e di morte. Ciò si ricollegava alla
dottrina induista del Karma o reincarnazione. Altre sètte credevano
che ogni nuova nascita facesse scendere dal cielo uno di quegli Angeli
sedotti da Sabaoth, per entrare nel carcere del corpo; di qui lorrore
dei Catari per la procreazione. Ammettevano la ricompensa postuma per
chi avesse condotto una vita onesta. Costui si sarebbe reincarnato in
un corpo più favorevole al suo progresso spirituale. Chi trascorreva
la sua vita nel crimine, si sarebbe reincarnato in un animale. Nessuna
anima comunque avrebbe potuto ritornare al Dio Buono senza la discesa
sulla Terra del Messia. Il Dio Buono è gioia e purezza. Egli sa che
delle anime celesti si sono separate da lui e vorrebbe ricondurle in
cielo. Ma Dio non può avere nessun contatto con la Materia creata dal
Principe del Male. A Dio serviva un Messia, un Mediatore, ed inviò Gesù,
che secondo i Catari, fu il più perfetto degli Angeli o il secondo figlio,
essendo Satana il primo. Gesù scese nel mondo impuro della Materia,
per pietà, verso quelle anime cui doveva insegnare il cammino del ritorno
in cielo. Ma Gesù non aveva corpo, ma solo lapparenza, non si
incarnò ma si velò, egli fu una visione. I nemici di Dio credettero
che Gesù avesse sofferto e fosse morto sulla croce, ma il suo corpo
non era fatto di materia e dunque non poteva soffrire nè morire nè risuscitare.
Aveva insegnato agli Apostoli la via della salvezza ed era risalito
in cielo. La Chiesa che aveva lasciato in Terra possedeva lo Spirito
Santo consolatore delle anime esiliate. Ma il Demonio era riuscito a
distruggere e sostituire la chiesa di Cristo con unaltra falsa
chiesa che aveva preso il nome di "cristiana". La autentica
chiesa cristiana , quella che possedeva lo Spirito Santo, era quella
catara. La chiesa di Roma era la Bestia, la prostituta di Babilonia
e chiunque le obbedisse non era salvo. La chiesa di Satana faceva credere
agli uomini che dei gesti meccanici potessero condurre alla salvezza.
Lacqua del battesimo e il pane dellostia fatti di materia
impura non potevano possedere lo Spirito Santo. La Croce non poteva
essere venerata ma anzi odiata, perchè strumento di umiliazione del
Cristo. Inoltre la Chiesa cattolica considerava sacre le immagini e
le reliquie, frammenti dossa in decomposizione o pezzi di legno
o di stoffa che abili truffatori facevano passare per resti di corpi
di santi uomini. Chi si inchinava di fronte a tali oggetti per adorarli,
diventava un idolatra. La Vergine non fu la madre di Gesù perchè non
avendo mai avuto un corpo non poteva nascere; ella fu un Angelo che
aveva assunto le fattezze di una donna. La Vergine era un simbolo e
cioè la Chiesa che accoglie la parola di Dio. Il dualismo cataro aveva
due modi di interpretare la creazione del mondo e il peccato originale
: cera un dualismo assoluto e un dualismo mitigato.
DUALISMO ASSOLUTO: il Dio buono
ha creato solo esseri spirituali, invisibili e puri, mentre il Dio malvagio
ha creato la materia e il mondo visibile, causa del male fisico e morale.
Il Dio malvagio si è introdotto nel mondo celeste e ha sedotto queste
anime e le ha portate con sè sulla terra. Per trattenerle si è stabilito
nei corpi e le ha incatenate alla sensualità. Il Dio buono ha acconsentito
a ciò, alla carcerazione, perchè le anime colpevoli fossero punite del
loro errore. La terra è dunque un luogo di penitenza. Le anime, in virtù
della loro originale natura, devono tornare al cielo, ma esse si attardano
nei loro peccati e anche nel periodo di purificazione che devono subire.
E per abbreviare questo periodo che il Dio buono inviò sulla terra
suo figlio Gesù, la sua creatura più perfetta. La forma corporea sotto
la quale apparve agli uomini non fu reale, perchè lui non voleva aver
nulla in comune con lopera del principe malvagio. Anche gli atti
compiuti non furono che apparenze, solo la rappresentazione simbolica
della realtà. Per ottenere la liberazione dell anima occorreva
affiliarsi alla chiesa dei Catari cioè dei puri o purificatori. Alla
morte le anime non purificate entravano in altri corpi e continuavano
questa migrazione prolungata fino a che non fossero entrate nella comunione
dei puri. Era un dualismo radicale che non ammetteva nessun incontro
tra il Dio del Bene e il Dio del Male.
DUALISMO MITIGATO: riportava
la totalità degli esseri a un solo Dio loro creatore unico, spiegava
in maniera mitologica la coesistenza del Bene e del Male. Originariamente
Dio aveva due figli, Satanael e Gesù; il primo, che era il primogenito,
era stato investito del governo del cielo e del potere creatore. Lorgoglio
lo rovinò, aspirava a detronizzare il padre e associò altri Spiriti
alla rivolta. Satanael fu cacciato dal cielo, egli creò luomo
e la donna, la sedusse e diventò padre di Caino e Abele. Dio, per pietà,
aveva dato unanima alla creatura umana e non permise che il potere
di Satanael restasse illimitato. Gli tolse la facoltà creatrice ma gli
lasciò il governo della Terra, con la speranza che gli uomini, grazie
al principio divino costitutivo delle loro anime, sarebbero sfuggite
al potere satanico. E poichè ciò tardava troppo, inviò il suo secondo
figlio, Gesù, sotto lapparenza dun corpo umano. E
sotto questa forma che risuscitò subito la persona di Maria, dopo essere
penetrato nel suo orecchio sotto forma di un raggio di luce, fatto tollerato
dalla Chiesa romana e frequente nelle antiche pitture, in quanto la
luce rappresentava la Concezione. Compì la sua opera redentrice trionfando
su Satanael, che perse il governo del mondo, ma conservò il potere di
nuocere. Secondo questo sistema, si ammette che cè sempre qualche
relazione tra Satanael e Dio; questo punto di vista mitigato si apriva
alla speranza del ritorno di tutti gli esseri spirituali, di Satanael
stesso, nel vasto seno del padre di tutti. I due sistemi rifiutavano
lAntico Testamento, che cosideravano dettato dal genio del Male,
Jehovah non era che una finzione di questo Dio malvagio, e la legge
ebraica era il mezzo fallace di eternare il suo potere. Credevano di
trovare nei profeti e nei salmi delle ispirazioni del Dio di bontà che
voleva preparare la redenzione. Riconoscevano lautorità del Nuovo
Testamento, ma il libro preferito è il quarto Vangelo. Onoravano un
vangelo apocrifo attribuito allapostolo Giovanni e che doveva
essere venuto dallOriente, come pure una Apocalisse, anchessa
orientale, intitolata "Visione dIsaia".
Il peccato consisteva prima
di tutto nellamore delle creature materiali; la creazione visibile
era opera del principe del male. Dunque tutta inclinazione sensuale,
tutta bramosia di beni materiali; era condannato il possesso della ricchezza,
la menzogna interessata, a meno che non si trattasse di sfuggire alla
persecuzione, ingannando il grande ingannatore infernale, la guerra;
era proibita luccisione degli animali eccetto i rettili, il consumo
di latte e carne erano interdetti. Gli animali erano o potevano essere
delle persone un tempo umane che non avevano finito la loro metempsicosi;
era lecito nutrirsi di pesce. Tutti gli esseri nati da copulazione carnale
avevano una origine impura. Anche il matrimonio era considerato illecito.
Serviva solo ad aumentare il numero degli schiavi di Satana. La santità
catara era possibile solo col celibato e si vedevano degli sposi separarsi
di comune accordo per votarsi interamente alla purificazione delle loro
anime.
GLI ORDINI CATARI
Presso i Catari quattro erano
gli Ordini o gradi. Il primo si chiamava Vescovo, il secondo Figlio
maggiore, il terzo Figlio minore, il quarto Diacono e poi cerano
i credenti. Si sostituivano in caso di morte o assenza. "Alla morte
del vescovo, il figlio minore ordinava vescovo il figlio maggiore il
quale ordinava il figlio minore in maggiore." Importante era limposizione
delle mani che dava linvestitura o il consolamentum ai moribondi;
con questo atto il vescovo conferiva la grazia e infondeva lo Spirito
Santo, che però perdeva se avesse peccato con una donna. Questaccusa
fu usata spesso dai rappresentanti ufficiali delle diverse dottrine
catare per annullare lautorità spirituale di un vescovo.
FESTIVITA CATARE
I Catari non avevano nessuna
festività. Anselmo dAlessandria dice che i Bagnolesi non riconoscevano
alcuna domenica nè celebravano ricorrenze di nessun santo. Durante lanno
avevano tre quaresime: dalla festa di San Brizio, 13 novembre, fino
a Natale; dalla prima domenica di quadragesima fino alla Pasqua; dalla
festa di Pentecoste fino alla ricorrenza degli Apostoli Pietro e Paolo,
questultima detta settimana santa.
CERIMONIA DEL CONSOLAMENTUM
E battesimo, cresima,
sacerdozio ed estrema unzione. Il fedele doveva fare un lungo periodo
di iniziazione. Restava uno o due anni in una casa di Perfetti e doveva
dare prova della vocazione. Se giudicato degno, veniva presentato alla
comunità. Si preparava alla consacrazione con digiuni, veglie e tante
preghiere. Il giorno della cerimonia veniva introdotto nella sala comune.
Poteva essere una casa privata ; in città cerano molte case consacrate
al culto, allinsegnamento e alla cura dei malati, perchè i Perfetti
lasciavano tutto alla chiesa. Le pareti erano dipinte a calce, spoglie,
qualche banco, un tavolo con tovaglia bianca e sopra il Vangelo. Su
un altro tavolo, una brocca e una bacinella per la lavanda delle mani.
Molti i ceri accesi, perchè rappresentavano le fiamme dello Spirito
Santo, disceso sugli Apostoli nella Pentecoste. Il fedele era condotto
ai ministri del culto, vestito con una lunga tonaca nera, simbolo del
distacco dal mondo. Il Perfetto e due assistenti si lavavano le mani
per poter toccare il testo sacro. Iniziava la cerimonia. Lofficiante
spiegava al neofita i doni della religione e gli obblighi ai quali si
sottometteva. Poi recitava il Pater commentandone ogni frase, e si ripeteva
insieme, " Padre Santo, Dio giusto dei buoni spiriti, tu che mai
ti inganni, nè menti o dubiti, nel timore di provare la morte nel mondo
del dio straniero, poichè noi non siamo del mondo nè il mondo è nostro,
donaci di conoscere quel che tu conosci e di amare quel che tu ami..."
futuro Perfetto doveva abiurare la fede cattolica, e prosternandosi
tre volte chiedeva di essere accolto nella nuova chiesa. Doveva darsi
a Dio e al Vangelo. Prometteva di non mangiare carne, uova e altri alimenti
di origine animale, di astenersi da ogni commercio carnale, di non mentire
nè giurare, di non rinunciare alla fede per paura della morte. Confessava
pubblicamente i suoi peccati e ne chiedeva perdono. Ricevuta lassoluzione,
rinnovava limpegno ed era pronto a ricevere lo Spirito. Il Perfetto
poneva sul capo il Vangelo e insieme ai suoi assistenti imponeva le
mani su di lui pregando Dio di inviargli lo Spirito Santo. In quel momento
il neofita si trasformava in una creatura nuova, egli nasceva"
allo Spirito". I presenti recitavano il Pater noster ad alta voce,
lofficiante leggeva i primi 17 versetti del Vangelo di Giovanni
: "In pricipio era il Verbo...", poi recitava ancora il Pater.
Il nuovo eletto riceveva il bacio della pace dallofficiante e
poi dai suoi assistenti. Egli a sua volta dava il bacio al più vicino
dei fedeli che assistevano alla cerimonia e questo bacio si trasmetteva
tra tutti i presenti, se era una donna, lofficiante toccava una
spalla della nuova Perfetta con il Vangelo e il gomito con il gomito.
Dora in avanti il nuovo"consolato" avrebbe portato labito
nero dei fratelli che non avrebbe più dismesso. Poi con le persecuzioni,
gli uomini tenevano intorno al collo un cordone, le donne lo tenevano
alla cintola, sotto gli abiti. Petrus Vallecernensis nella sua Historia
Albigensium ( Storia degli Albigesi) ci tramanda il rito dei Catari
di Gallia. Così lo descrive. " Nella cerimonia sacrilega il vescovo
diceva: Amico, se vuoi essere dei nostri, è necessario che tu rinunci
a tutta la fede che tieni nella chiesa di Roma". Rispondeva : "
Rinuncio". " Dunque ricevi lo Spirito Santo dai buoni uomini".
Allora gli soffiava sette volte in bocca, poi gli diceva: " Rinunci
alla Croce che il sacerdote ti fece sul petto, nel battesimo, sulle
spalle, sulla testa con lolio?". Rispondeva:" Rinuncio".
" Credi che quellacqua sia stata necessaria alla tua salvezza?".
" Non credo!". " Rinunci allora a quello che il sacerdote
ti ha dato con il Battesimo?". Rispondeva:" Rinuncio".
Allora tutti imponevano le mani, lo abbracciavano, gli mettevano addosso
una veste nera e da quel momento era uno di loro. Il nuovo consolato
lasciava tutti i suoi beni alla comunità e si dava alla vita errante,
alla preghiera, alla predicazione, alle opere di carità. Il vescovo
locale assegnava al nuovo Perfetto un compagno, scelto tra gli altri
Perfetti, il socius o socia se donna. Vestiti di nero, coi capelli lunghi,
con la carnagione pallida, pieni di austerità dei costumi, andavano
nel mondo pronti a morire con gioia per la loro fede, e si guadagnarono
una diffusa fama di bontà.
COMPOSIZIONE SOCIALE DEGLI
AMBIENTI CATARI
Tra i credenti e i perfetti
non si trova nessun contadino. Tra i lavoratori della città si trovano
sarti, fabbri, conciatori, fabbricanti di borse, mugnai, tavernieri,
osti, conciatori, pellicciai, carrettieri, venditori ambulanti. Sono
in genere artigiani che hanno una bottega, pochi i lavoratori salariati.
Numerosi sono i Catari che appartengono allalta borghesia cittadina:
propietari di beni immobili in campagna, di terreni e immobili in città,
mercanti, imprenditori e banchieri. Molte erano le accuse agli Inquisitori
di perseguire gli eretici al fine di confiscarne i beni, di cui 2/3
andavano alla Chiesa e 1/3 al Comune. Spesso le case e i castelli dove
si rifugiavano i Catari appartenevano ai patrizi e al ceto gentilizio
feudale della città.
IL PERFETTO
"..Andavano i Perfetti
per villaggi e campagne nelle città e nei mercati fra accattoni, mercanti,
operai e contadini, si insinuavano nelle case, senza che da nessun segno
esteriore trasparisse esser essi agnelli e colombe nellaspetto,
nel tono della voce, nelle parole, ma volpi nel cuore a detta dei cattolici.
Attaccavano discorso con uomini semplici e con donne; e dapprima parlavano
loro di Dio, delle virtù, della vita e della salvazione dellanima;
poi si indugiavano molto sui vizi del clero, sulle loro ricchezze, sul
giogo che facevan pesare sul popolo. Toccavano di qualche parte del
culto che ingenerava abusi, come la venerazione delle immagini, o che
ripugnava al senso comune, come la transustanziazione. Infine entravan
di proposito nella parte metafisica e teologica della religione, demolendo
i dogmi cattolici e insinuando credenze proprie; dimostrando che la
loro chiesa era la vera, non quella di Roma. Se un cataro parlava con
un povero diavolo maledicente la sua povertà, cominciava a compassionarlo
e incolpava poi i cristiani ricchi, i prelati, i chierici che avrebbero
dovuto seguir vita apostolica e sollevare gli umili, perchè nessuno
fosse nella miseria, come nessuno vi era nella chiesa primitiva.....Aggiungeva
che i prelati e i chierici erano fuori della fede e perseguitavano i
giusti, come i sacerdoti giudei, gli Apostoli".
Il cataro rilevava la corruttela
ecclesiatica, il ricordo di una chiesa migliore, la scostumatezza dei
chierici, lopulenza del clero, la negazione della chiesa cattolica
e dei dogmi. I Catari trascinavano così verso la loro dottrina quanti
già fermentavano di mali umori contro i chierici, e " si mettevano
senza condizioni dalla parte del bene ultramondano cercando di allontanarsi
il più possibile dalle cose terrene. Efficace fu lesempio fornito
dalla condotta di vita ascetica praticata dai suoi perfetti e grazie
alla quale venivano guadagnati sempre nuovi seguaci".
Il Perfetto era lanima
vivente della Chiesa catara. Erano puri di costumi e obbligarono la
Chiesa
cattolica a combatterli con
le loro stesse armi, a predicare a piedi nudi e a vivere di elemosine.
Il popolo li soprannominava " Buoni uomini", si trattava proprio
di uomini buoni. Andavano a due a due a visitare castelli e villaggi
in umiltà ed austerità e suscitavano ovunque venerazione. Erano ascoltati
per la dolcezza e serietà dei loro discorsi, pregavano e parlavano sempre
di Dio. Il prete Cosma, nel suo Trattato, dice :" Non alzano mai
la voce, non dicono mai cose sconvenienti, aprono la bocca solo per
pronunciare parole pie e sempre pregano pubblicamente..". I Perfetti
erano stimati per le loro opere di carità. Vivevano in povertà, ma usavano
le elemosine dei fedeli per darle ai bisognosi. E il popolo che ama
la bontà e la compassione sincera, correva da loro che con lesempio
conquistavano i cuori. Osservavano tre Quaresime allanno, durante
le quali digiunavano tre giorni la settimana a pane e acqua, erano emaciati,
pallidi, segnati dalle privazioni.
MODALITA DI DIFFUSIONE
DEL CATARISMO
Raniero Sacconi, che fu per
diciassette anni vescovo cataro e poi abiurò, così descrive la modalità
di diffusione del catarismo tra la gente ad opera degli eretici: "Gli
eretici accortamente si studiano come potersi introdurre nella familiarità
dei nobili e gran signori, e il tentano in questo modo: offrono ai signori
e alle signore da comperare gradite merci, quali sono anelli e cose
simili. Smerciatene alcune, se il compratore al venditore domanda :
ne avete altre, questi risponde : ne ho di più preziose di queste, pur
queste vi venderei se mi faceste sicuro di non palesarmi ai chierici.
Datagli sicurezza, soggiunge : ho una gemma così lucente che per essa
luomo conosce Iddio, ne tengo unaltra che così arde che
accende lamor divino nel cuor di quello che la possiede, e così
delle altre gemme segue a parlar in metafora. Dopo recita qualche verso
tratto dal Vangelo, il primo di San Luca, il XIII di San Giovanni. Se
si avvede che il compratore lo ascolta senza disgusto, passa a recitargli
il capitolo XXIII di San Matteo :" Super cathedram Moysi sederunt
Scribae et Pharisei " ( Sopra la cattedra di Mosè sedettero gli
scribi e i Farisei), e il X di San Marco, nei quali è, appunto, dipinto
il carattere degli Scribi e dei Farisei. Interrogato di cui parlino
quelle scritture, risponde che parlano dei chierici e dei religiosi.
Quindi si apre la strada a far il parallelo tra lo stato della chiesa
romana e lo stato delle lor sètte così proseguendo :" I dottori
della romana chiesa sono pieni di fasto nel costume e nel vestito, amano
i primi posti e desser degli uomini chiamati maestri, noi non
cerchiamo tali dottori e maestri; di più sono essi incontinenti, ciascun
di noi ha la sua moglie e vive con essa castamente; sono essi ricchi
ed avari ai quali vien detto:" Guai a voi o ricchi, che qui avete
la vostra consolazione, noi quando abbiamo di che vivere e di che coprirci,
siamo di ciò contenti", sono essi voluttuosi ai quali vien detto:"
Guai a voi che divorate le case delle vedove, noi al contrario in qualunque
modo campiamo la vita". Essi fan guerra, conducono armate, comandano
che si uccidano i poveri, ai quali vien detto:" Chiunque prenderà
in mano il ferro, perirà pel ferro"; noi, al contrario, sosteniamo
da loro persecuzione per amore della giustizia; essi mangiano un pane
ozioso, niente non operando; noi lavoriamo colle nostre mani, essi vogliono
essere i nostri maestri e i soli sapienti; al contrario presso di noi
così le donne come gli uomini insegnano, e uno scolaro di sette giorni
insegna agli altri.... noi ci adoperiamo perchè sia osservata la dottrina
tutta di Gesù Cristo e degli Apostoli, noi dietro allesempio di
Gesù Cristo diciamo al peccatore:" Vattene e non voler più peccare,
e con limposizione delle mani gli rimettiamo tutti i peccati".
I CATARI IN ITALIA
Nel 1165 un gruppo di Catari
francesi si stabilì a Roccavione, 10 Km da Cuneo; il loro vescovo arrivò
fino a Napoli. Un notaio francese giunse a Concorezzo, 19 Km da Milano,e
conquistò alleresia il becchino Marco che abitava a Cologno Monzese,
8 Km da Concorezzo. " Post longum tempus quidam notarius de Francia
venit in Lombardiam, scilicet in comitatu mediolanensi, in partibus
de Concoretio, et invenit unum qui dicebatur Marcus... ( Dopo lungo
tempo, un notaio dalla Francia, giunse in Lombardia, nella contea milanese,
dalle parti di Concorezzo, e trovò un tale che si chiamava Marco..).
Marco convinse alleresia due suoi amici, il tessitore Giovanni
Giudeo e il fabbro Giuseppe; poi a Milano si aggiunse Aldrico di Bando.
Si recarono a Napoli dal suddetto vescovo che li catechizzò per un anno,
conferì loro il consolamentum e ordinò Marco diacono; questi tornò a
Concorezzo e cominciò la diffusione della nuova dottrina in Lombardia,
nella Marca Trevisana e in Toscana. Egli aveva aderito al dualismo mitigato
bulgaro, lOrdo Bulgariae, cioè la chiesa bogomila, che era in
collegamento con la chiesa di Costantinopoli e quella di Linguadoca
e con i nuovi proseliti italiani. Nel 1167 arrivò in Lombardia da Costantinopoli
il vescovo Papa Niketas, che professava il dualismo assoluto dellOrdo
Drugunthiae, probabilmente Dragovitza, in Macedonia. Le due confessioni
portavano il loro dissidio e il loro impegno di conquista nei paesi
occidentali. Il termine Papa equivale a pope, cioè prete, non alla guisa
del capo supremo della chiesa cattolica. Niketas offerse il governo
e la dignità vescovile al diacono Marco mediante però il rinnovo del
consolamentum; Niketas continuò insieme con il nuovo vescovo dei catari
italiani, lopera di conversione al dualismo assoluto fra i Catari
della Francia meridionale.
IL CONCILIO CATARO DI SAINT-
FELIX DE LAURAGAIS ( O CARAMAN )- prov.TOLOSA Nella storia del catarismo
latino assume grande importanza il Concilio di Saint Felix de Lauragais,
diocesi di Tolosa, radunato nel maggio 1167. Erano presenti: Roberto
di Espernone, vescovo della chiesa di Francia; Marco, della chiesa di
Lombardia; Siccardo Cellarius della chiesa di Albi; Bernardo Catalanus,
della chiesa di Carcassonne, accompagnati dal figlio maggiore e figlio
minore. Cera presente una folla enorme di fedeli della chiesa
catara di Tolosa e di altre chiese. Il motivo religioso era la presenza
di un uomo di chiesa cataro, venuto dalla penisola balcanica o da Bisanzio,
il papa Niceta, detto nel documento, Niquinta. Questi aveva organizzato
leresia in Italia e di lì lo avevano chiamato i tolosani che erano
senza vescovo . Da lui chiesero e ottennero in gran numero il consolamentum,
il rito cioè dellimposizione delle mani. Durante questo Concilio
si scontrarono due tendenze di dualismo, quella moderata e quella assoluta.
Niceta era per il dualismo assoluto.
"Nel concilio generale
di S. Felix de Caraman (Tolosa) del 1167 un certo Niketas venuto da
Costantinopoli unificò il catarismo di tipo moderato dei paesi latini
nel dualismo assoluto della chiesa o ordine di Dragowitza ( Tracia o
Macedonia). Esso si mantenne nella corrente degli Albanesi ( probabilmente
da un loro vescovo di nome Albano) con sede centrale Desenzano e professato
dai Catari della Francia meridionale, detti Albigesi. Il primitivo dualismo
mitigato o monarchico derivato dalla chiesa o ordine di Bulgaria, fu
adottato dalla corrente dei Concorrezzesi; questi erano in completo
dissidio coi primi a causa della diversa concezione dualistica e derivati
dottrinali morali o culturali. Tale dottrina fu accettata anche dalla
terza corrente dottrinale dei BAGNOLESI, questi mutuano le loro credenze
dalla chiesa o ordine di Sclavonia in Bosnia, condividono il dualismo
mitigato dei Concorrezzesi, ma non assumono la loro teoria traducianista
circa lorigine delle anime. Le popolazioni della Tracia meridionale
lo professavano fin dal 1149. Questi nel 1233 emigrarono in Lombardia
e Veneto, a Verona, quando sfuggirono alla reazione cattolica".
Il fatto più importante fu
lincorporazione di tutte le comunità catare nella fede della chiesa
di Dragowitsa, che sosteneva il dualismo assoluto; questo passaggio
dogmatico dal primitivo dualismo mitigato fu compiuto col rinnovo del
rito del consolamentum; Con esso si applicava il principio che la sua
validità dipendeva anche dalla verità della dottrina professata dal
vescovo o dal perfetto che lo conferiva. Niketas esortò alla concordia
e alla pace; egli poteva rallegrarsi daver sistemato nellunità
il bogomilismo progredito e il catarismo occidentale, sotto i segni
di una dottrina dualistica, che era ormai in dichiarata opposizione
con la chiesa cattolica sul piano dogmatico.
LA CHIESA BULGARA " NON
CI STA "
La chiesa bulgara passò alla
controffensiva contro lazione missionaria di Niketas e della chiesa
di Dragowitsa; il vescovo Marco fu scosso dalle voci che contestavano
la purezza dei costumi di Niketas. Testimoni ( veri o falsi?) dicevano
che era stato trovato in intimità con una donna, e di conseguenza il
peccato invalidava la verità della sua dottrina, la validità quindi
delle sue ordinazioni. Marco, dalla Calabria tentò di recarsi in Bulgaria
per ricevere lantica ordinazione; imprigionato nel viaggio di
ritorno, assai probabilmente ad Argenta, vicino a Ferrara, fece eleggere
un suo successore e ordinò lamico Giovanni Giudeo; morì fuori
prigione, lasciando i seguaci nel dubbio sulla sua sorte spirituale.
Una missione della corrente bulgara, venuta doltremare con a capo
un certo Petriakos, sparse la notizia che il vescovo Simone, predecessore
di Niketas, era stato colto in intimità con una donna e aveva compiuto
altre cose " contra rationem", cioè contrarie alla verità
catara; ne derivava linvalidità del consolamentum e della ordinazione
vescovile, conferiti a Niketas e da questi a Marco. Tale invalidità
era sostenuta da un certo Nicola che aspirava ad essere vescovo della
Marca Trevisana. Il gruppo toscano elesse un proprio vescovo, Pietro
da Firenze. Alle divisioni esistenti tra le varie chiese non rimediò
larbitrato del vescovo della chiesa di Francia, a cui erano ricorsi
i sapientes (teologi) lombardi.
IL CONCILIO CATARO DI MOSIO,
provincia di MANTOVA
Fu convocato un congresso di
conciliazione a Mosio, in provincia di Mantova. A due passi da Mosio
cera labbazia benedettina di Acquanegra sul Chiese, di cui
sappiamo essere essa tanto infetta di eresia da dover essere nominata
in una Costituzione imperiale del 22 febbraio 1224, come eponimo di
una sètta ereticale. La sorte cadde sul candidato del gruppo lombardo,
Garatto; tutti simpegnarono a scegliergli i compagni e a provvederlo
di denaro per il viaggio in Bulgaria. Nel frattempo due testimoni sorpresero
Garatto in fallo con una donna; per questa sua indegnità, la maggior
parte dei catari gli rifiutò obbedienza e la comunità catara italiana
si frazionò ulteriormente in sei gruppi o chiese. I sostenitori di Garatto
rappresentanti il nucleo milanese originario, con Marco e la prima tradizione
del catarismo, gli rimasero fedeli; però Garatto lasciò il posto a Giovanni
Giudeo; Il vecchio Giovanni dovette recarsi in Bulgaria per ricevere
di nuovo lordine e la fede primitiva. Alla sua morte gli succedette
un altro collega della prima ora, il fabbro Giuseppe. Dopo la morte
di questi ritornò in scena Garatto, la cui colpa non faceva ostacolo
alla sua elezione, anzi egli affrontò i secessionisti pretendendo losservanza
della precedente promessa di obbedienza, ma gli altri avevano già organizzato
la loro autonomia, sia gerarchica che dottrinale. Lanonimo autore
del "De heresi catharorum" ( Sulleresia dei Catari)
dice che il primitivo catarismo italiano, la "ecclesia Lombardiae"
( La chiesa di Lombardia) si frazionò in sei circoscrizioni, gerarchicamente
indipendenti:
1) Chiesa di Concorezzo, (
Ordo Bulgariae, dualismo mitigato),
2) Chiesa di Desenzano, ( Ordo
Drugunthiae, dualismo assoluto),
3) Chiesa di Bagnolo San Vito,
( Ordo Sclaveniae, dualismo mitigato),
4) Chiesa della Marca trevisana,
( Ordo Sclaveniae, dualismo mitigato),
5) Chiesa di Firenze, ( Ordo
Drugunthiae, dualismo assoluto),
6) Chiesa della Valle Spoletana
( Ordo Drugunthiae, dualismo assoluto).
LA CHIESA CATARA DI BAGNOLO
"..Sorta anchessa
dallo scisma che divise i catari dItalia alla fine del sec. XII,
la chiesa catara di Mantova ebbe vescovo, per primo, Caloiohannes, evidentemente
greco. Per la sua formazione religiosa egli si rivolse alla chiesa balcanica
di Sclavenia, di cui fu in Italia il seguace. Prima sede del suo gruppo
fu Mantova, donde il successore, Ottone di Bagnolo, la trasferì a Bagnolo,
che diede loro il nome di Bagnolenses, mentre altrove sono chiamati
Sclavini, proprio perchè seguivano lOrdo Sclavenie".
Perchè il vescovo cataro Ottone
, verso lanno 1185, sposta la sede vescovile da Mantova a Bagnolo?
Egli era originario di questo borgo e quindi conosceva bene il territorio
circostante. Anche Bagnolo, come Mantova, era sul Mincio, id est lacus,
che è lago. Il lago Inferiore, formato dal corso del Mincio, giungeva
da Mantova fino a Bagnolo e si estendeva, a nord, fino a Formigosa,
Barbasso, poi il fiume a Governolo si gettava nel Po di Lirone.
La scelta del lago, (comunità
catare vivevano a Desenzano, a Lazise e a Sirmione sul lago di Garda
e anche a Como, sullomonimo lago ) è dettata da una necessità.
I perfetti catari si potevano nutrire soltanto di pane, pesce e olio.
Bisognava che trovassero luoghi tali da poter fornire quotidianamente
e per gruppi di persone piuttosto numerosi, il pesce necessario. Inoltre
la richiesta strana di questo cibo avrebbe potuto attirare le attenzioni
e i sospetti dellinquisizione. Ma gli abitanti del lago sono abituati
a fare del pesce il loro alimento principale se non giornaliero. E dunque
nessun sospetto per il consumo di quel cibo.
Poi la sede del vescovado doveva
trovarsi in zona di facile accesso, su strade ben conosciute e frequentate.
Per Mantova passava la via Romea cioè litinerario dei pellegrini
del Nord Europa che si dirigevano in pellegrinaggio verso la capitale
della cristianità. Il passaggio del Po a Bagnolo permetteva ai pellegrini
di pregare subito presso il monastero di San Benedetto di Polirone (
sul Po di Lirone).
Il Po verso lanno mille
si era aperto un nuovo letto verso nord e aveva raggiunto il Lirone.
Il Largione o Lirone era un modesto corso dacqua che si diramava
dallOglio sulla riva sinistra e scorreva nel tratto attuale del
Po, da Scorzarolo a Sustinente, rendendolo un suo ramo che prese il
nome di Polirone. Il corso principale del Po era molto sinuoso e a monte
di Luzzara volgeva ad est, risaliva verso Suzzara che toccava a sud,
"Sub-Zara", paese posto sotto il fiume Zara, e con nuove anse
continuava verso Palidano, Gonzaga e Pegognaga. Presso San Benedetto
riceveva le acque dello Zara, e a Sustinente quelle del Lirone; da qui
il suo corso si identificava con quello attuale. Dopo aver sostato e
pregato a San Benedetto, il viaggio dei pellegrini procedeva per Modena,
Bologna, Firenze, Roma.
Il vescovado doveva essere
anche centro di vita economica, industriale o commerciale tale da giustificare,
senza dare eccessivamente nellocchio, il continuo andirivieni
di persone dalle favelle straniere, normalmente viaggianti sotto laspetto
di mercanti. La località Forcello di Bagnolo San Vito era abitata fin
dal V secolo a. C. . Numerosi i reperti trovati di ceramica orientale,
a dimostrazione degli intensi scambi commerciali che sono sempre esistiti
nella valle del Po anche con lOriente, e da lì, poi, attraverso
le vie mercantili, giungerà leresia catara?
LA FEDE RELIGIOSA
"Le difficoltà cominciano
però quando vogliamo cercare di farci unidea precisa della fede
religiosa dei Bagnolesi, che in loro non sembra aver avuto un aspetto
ed un profilo così tipicamente caratteristici come le due chiese di
Concorezzo e di Desenzano. Il Tractatus de Hereticis di Anselmo dAlessandria,
che pur essendo assai tardo, ( circa anno 1270), è molto ben informato,
ci fa osservare che questo gruppo mancava di ununità coerente
di idee; inoltre non dovette mai avere un certo grande rilievo di pensiero
religioso, se i controversisti cattolici che ricordano spessissimo i
seguaci di Concorezzo e di Desenzano, considerano assai meno quelli
di Bagnolo".Allepoca del Tractatus di Anselmo, i Catari bagnolesi
erano divisi in tre tendenze, alcuni aderivano alle idee dei catari
di Concorezzo, altri a quelle della chiesa di Desenzano, ed altri ancora
tenevano una via di mezzo. Questi ultimi, precisa sempre Anselmo, accettano
il dualismo moderato con il mito della creazione e formazione del mondo,
ma se ne allontanano a proposito del peccato degli angeli, che è quanto
dire sullorigine del male nelluniverso. Ponevano infatti
una distinzione tra gli angeli che avevano aderito volontariamente a
Satana, anzi al dragone, e per questi non cera possibilità alcuna
di salvezza, sono i veri e propri demoni, e gli altri angeli che furono
invece trascinati giù dal cielo con la violenza, questi potranno salvarsi.
Anzi gli spiriti di due di essi, Adamo ed Eva, chiusi nei corpi rendono
possibile la riproduzione ex traducione, di altri spiriti che dovranno
ricostruire il numero di quelli che, caduti per volontaria defezione
dal cielo, non potranno più tornarvi. E la riproduzione ex traducione
è un fenomeno, essi osservavano, perfettamente naturale "come il
corpo dal corpo e la pianta dalla pianta, sempre tuttavia per opera
del diavolo". In tal modo lastuzia diabolica, con la quale
il diavolo aveva cercato di perpetuare, mediante la riproduzione, la
prigionia degli angeli nei corpi, è, in realtà, servita a creare altri
spiriti, ai quali si rivolge la salvezza di Cristo. Gesù veniva considerato
minore del Padre, non ci vengono però date altre precisazioni, se non
che egli ebbe solo apparenza di corpo umano, mentre, in realtà, ne portò
uno spirituale dal cielo. Negano quindi la passione, la morte e la resurrezione
di Cristo, sostenendo che tutto accadde, certo, ma solo in apparenza.
Bagnolesi : Eretici catari
che costituivano in Lombardia nel secolo XIII un gruppo medio tra le
due opposte correnti catare degli Albanesi e dei Concorrezesi. Il loro
nome proviene da una località lombarda in cui ebbero un centro gerarchico,
Bagnolo Mella ( BS) o Bagnolo Cremasco o più probabilmente Bagnolo San
Vito ( MN). Linquisitore Raniero Sacconi ( ca. 1250) computa a
200 i loro professi e dissemina i seguaci tra Mantova, Brescia, Bergamo,
Milano e la Romagna, ma anche i membri della chiesa catara della Marca
Trevisana, Toscana, Valle Spoletana aderivano alle dottrine Bagnolesi.
Dai processi inquisitoriali risulta che, nella seconda metà del secolo
XIII, gerarchi ed affiliati di questa setta operavano a Verona, Sirmione,
Vicenza, Rimini, Ferrara, Bologna. I Bagnolesi son detti anche Francigenae
perchè i membri della chiesa catara della antica Francia emigrati in
Lombardia e a Verona, condivisero la loro posizione dottrinale; sono
detti Caloiani da un loro vescovo Caloioanus.
BAGNOLENSES SEU BAJOLENSES
Cathari in omnibus ferme cum
proxime superioribus consentiebant, nisi quod animas a Deo creatas ante
mundi constitutionem credebant, tunc etiam peccasse. Sentiebant vero
cum Nazario, Beatam Virginem Angelum fuisse, Christum ipsum non humanam
sed angelicam naturam sumpsisse, corpus caeleste habuisse. ( I Catari
BAGNOLENSI credevano che le anime fossero state create da Dio prima
della creazione del mondo e che allora avessero peccato. Credevano anche,
insieme con Nazario, (primo vescovo di Concorezzo) che la Beata Vergine
fosse un angelo e che Cristo stesso non avesse assunto la natura umana
ma quella angelica, che avesse avuto un corpo celeste.
"...Quanto alla Lombardia
tre sette primeggiavano : Catari, Concorezesi, BAGNOLESI. I Catari venivano
divisi in due parzialità : alla prima era vescovo Belasmanza veronese,
allaltra Giovanni di Lugio, bergamasco. I primi dicevano eterno
il mondo, i patriarchi erano ministri del demonio: un angelo aveva portato
il corpo di Gesù Cristo nellutero di Maria senza chella
vavesse parte; solo in apparenza egli era nato, vissuto, morto,
risorto. Gli altri tenevano che le creature fossero state formate quali
dal buono quali dal tristo principio, ma ab eterno. La creazione, la
redenzione, i miracoli erano accaduti in un mondo diverso dal nostro:
Dio non essere onnipotente perchè nelle opere sue può venir contrariato
dal principio a sè opposto: Cristo aver potuto peccare. I Concoresi
ammettono Dio aver creato gli angeli e gli elementi, ma langelo
ribelle è divenuto demonio, formò luomo e questo universo visibile:
Cristo fu di natura angelica. I BAGNOLESI facevano le anime create da
Dio prima del mondo e allora avessero peccato; la beata Vergine esser
un angelo e Cristo avere bensì assunto corpo umano per patire, ma non
glorificatolo, anzi depostolo allascensione. A tutti costoro opponevasi
la setta dei Passagini o Circoncisi; e poichè i Catari ripudiavano il
Vecchio Testamento, essi pretendevano avessero validità fin le leggi
penali di Mosè, poichè quelli supponevano che Cristo si fosse incarnato
solo in apparenza ( Docetismo) essi lo riduceano ad uomo, siccome gli
antichi Ario ed Ebione. Fra Ranerio Saccone che dopo essere stato
17 anni coi Catari li confutò e perseguitò, sicchè poteva averne buona
conoscenza, li distingue affatto dai Valdesi, padri degli Albigesi.
Sedici loro chiese annovera, delle quali sei in Lombardia: degli Albanesi,
che stanno principalmente a Verona e sono 500, dei Concoresi, che fra
tutta la Lombardia sommeranno a 1500; dei BAGNOLESI, non più di 200,
sparsi a Mantova, a Milano, nella Romagna; 100 nella chiesa della Marca,
100 in quelle di Toscana e di Spoleto; 150 della chiesa di Francia dimorano
a Verona e per la Lombardia; 200 delle chiese di Tolosa e di Albi e
Carcassonne; 50 di quelle di Latini e Greci a Costantinopoli; 500 delle
altre di Sclavonia, Romania, Filadelfia, Bulgaria. Patarini furono detti
da " pati " (soffrire) perchè ostentavano penitenza, o dal"
pater" che era la loro preghiera. Infiniti nomi indicavano le varie
sette: Gazari, Arnaldisti, Giuseppini, Insavattati, Leonisti, Bulgari,
Circoncisi, Pubblicani, Comisti, Credenti di Milano, di Concorezzo,
di BAGNOLO, Vanni, Fursci, Romulari, Carantani."
ARMANNO PONGILUPO DA FERRARA,
BAGNOLENSE
Il 16 dicembre 1269 moriva
in Ferrara, in odore di santità, per il popolo e di eresia per gli inquisitori,
Armanno, detto Pongilupo, della sètta dei Bagnolesi. Venne sepolto nella
cattedrale di Ferrara e i fedeli che andavano a pregare sulla sua tomba
venivano miracolati. LInquisizione impiegò più di trentanni,
dal 1270 al 1288, prima di arrivare ad una sentenza di colpevolezza
di eresia nei riguardi di Pongilupo. Il 22 marzo dellanno 1301
le ossa di Pongilupo, per ordine di Bonifacio VIII, furono tolte dal
sepolcro della cattedrale di Ferrara, e fu eseguita la condanna. Le
ossa furono bruciate sul rogo. Il Muratori riporta "linquisizione
sui miracoli che sono stati compiuti presso il sepolcro di Armanno Ferrarese".
La prima inquisizione, per accertare la veridicità dei miracoli verificatisi
sulla tomba di Pongilupo, al fine di una eventuale sua santificazione,
iniziò il 21 dicembre 1269 : Gavardo di Borgonuovo giurò che la figlia
Marchesina di 8 anni, dalla nascita zoppicava da tutte due le gambe.
Va alla tomba di Armanno e guarisce.
28 dicembre 1269 : Adelasia,
moglie di Andrioli de Pizolbano di Cornacervina giurò che da due anni
soffriva agli occhi e per vedere il Santissimo si doveva alzare, con
le mani, le palpebre degli occhi. E ieri il miracolo, e poi cita i testimoni.
Nel 1270 seguirono altre due
Inquisizioni sui miracoli avvenuti sulla tomba del Pongilupo. Una quarta
venne fatta nel 1280 a cui seguì una quinta. Gli inquisitori però sospettavano
che Pongilupo fosse eretico. Cominciarono nel 1270 a interrogare persone
che lo avevano conosciuto. Cominciò il processo inquisitoriale ed emerse
che il Pongilupo era eretico della sètta Bagnolense . E da questa
inquisizione che veniamo a conoscere la successione quasi completa dei
vescovi Bagnolesi e i rapporti con eretici mantovani.
Leggiamo dai verbali inquisitori:
"Armanno, che con altro nome è detto Pongilupo, nel 1254, disse,
sotto giuramento davanti agli inquisitori, che talvolta fece la riverenza
a Martino di Campitello, eretico consolato, come erano abituati a fare
i credenti degli eretici" . Martino nellanno 1238 era presente
come teste nel palazzo vescovile di Mantova. In carcere a Ferrara, Armanno
venne interrogato dallinquisitore frate Aldovrandino dellOrdine
dei predicatori. " E un uomo malvagio perchè uccide i buoni
uomini e ha fatto scempio del mio corpo", dirà poi alla sua gente,
Pongilupo. E sotto tortura, il 30 marzo 1254, abiurò, ma restò sempre
della fede catara bagnolese.
Albertino Sogarius, il 10 dicembre
1270 giurò che Martino di Campitello, che fu eretico, gli disse:"
Io sono venuto a Ferrara per Pongilupo, che credo il migliore cristiano
di questa terra".
Maestro Ferrario, l'8 agosto
1270, giurò che Pongilupo era credente degli eretici e li amava. E lo
vide stare con Martino di Campitello, eretico, da tre anni in carcere.
E diceva che lo stesso Martino era un buon uomo e che c'erano buoni
uomini ,intendendo dei Patarini, che non avrebbero permesso che quelli
lo bruciassero, nè altri. Racconta che Pongilupo gli disse che sarebbe
andato con Martino, quando lo avrebbero condotto al rogo, fino alla
riva del fiume, piangendo.
Manfredino notaio, che fu credente
degli eretici, il 30 gennaio 1285, giurò che da 27 anni circa, più di
cento volte sentì Pongilupo dire col padre dello stesso teste, che era
credente di eretici, dicendo cattive cose dei ministri della chiesa,
che erano uomini malvagi, e non seguivano le leggi di Dio, nè era in
loro, nè nella fede della chiesa romana, la salvezza; ma erano infamatori
di anime, erano lupi rapaci, che perseguitavano i buoni uomini e la
chiesa di Dio, intendendo della chiesa degli eretici. Dice di aver udito
ciò... al tempo in cui fu bruciato un eretico di nome Martino di Campitello.
E mentre lo conducevano al rogo, udì Pongilupo dire a parecchi che ascoltavano:"Vedete,
cosa sono queste azioni, bruciare questo vecchio buon uomo. La terra
non deve sostenere quelli che fanno tali cose"(p134).
Tancredo che fu credente degli
eretici, il 21 ottobre 1271, giurò che al tempo in cui fu bruciato un
vecchio eretico, udì Pongilupo dire che era stato bruciato un santo
padre. Martino di Campitello fu bruciato sul rogo in riva al fiume Po,
a Ferrara, nellanno 1265, dopo essere stato in carcere per tre
anni. Non rinnegò mai la fede dei Bagnolensi.
I VESCOVI BAGNOLESI
Ecclesia de Baiolo o Baiolensium,
la chiesa di Bagnolo o dei Bagnolensi si forma verso il 1190 come gruppo
di Bosnia. La sede è Mantova. Le fonti danno, negli anni, questa successione
di vescovi:
Circa anno 1180 : Kaloian (
Caloioanni o Giovanni il Bello). Il Vignier nel suo libro " Recueil
de lhistoire de lEglise" pagina 268, parla di un Caloioanni,
della corrente catara di Sclavonia, vescovo di Mantova. Aveva come figlio
maggiore, Ottone di Bagnolo.
Circa anno 1185 allanno
1200 : Ottone, (Orto nel "De haeresi"), di Bagnolo, ( filius
maior Kaloian) sposta la sede vescovile da Mantova a Bagnolo San Vito.
Come figlio maggiore aveva Aldrico " de Gilinguellis".
Circa anno ???? : Andrea (
filius minor Kaloian), testimoniato solo nel Tractatus.
Anno 1258 : Giovanni di Casaloldo.
Chiede notizie di Armanno Pongilupo
ad Alberto Graziani. ( Dal processo)".. Maestro Alberto Graziani,
che per lungo tempo fu credente degli eretici, il 16 luglio 1288...
disse che sono circa 30 anni, essendo il teste a Mantova, che Giovanni
di Casaloldo, vescovo della setta degli eretici di Bagnolo, gli chiese
come facesse a conoscere Armanno detto Pongilupo. E il Vescovo chiese
ciò per il fatto che lo stesso Armanno era amico suo..." Il vescovo
Giovanni, dagli atti del processo, risulta essere stato arrestato e
abbandonato al braccio secolare in un anno imprecisato, ma anteriore
a quello della morte del Pongilupo, che lo ha visitato più volte in
Ferrara nelle carceri dellInquisizione prima e in quelle del podestà
poi, dove gli ha portato il pane fornitogli da una Jacopa ricettatrice
di eretici, ossia prima del 1266.
Anno 1258 allanno 1267
: Hamund di Casaloldo
Hamundus di Casaloldo e Giovanni
di Casaloldo, secondo il Savini, non sono la stessa persona.. "Hamundus
de Casalialto quem nunc habent ", dice il Trattato, (Hamundus di
Casaloldo che ancora hanno), ossia verso il 1270, tempo della redazione
dellopera, e Giovanni sarebbe stato troppo vecchio.
Anno 1267 : Alberto . Figlio
maggiore è Michele e figlio minore è Albertino.
( Dal processo) "....
Pongilupo ricevette l'imposizione delle mani in Verona nella casa dei
Catari, che tiene il signor Borgogno per conto degli eretici, dal signor
Alberto, vescovo della setta di Bagnolo e dal signor Michele che è figlio
maggiore nella stessa setta, e dallo stesso Albertino, che era figlio
maggiore e visitatore loro nella detta setta in Lombardia".
".. Il fatto che Pongilupo
fu della setta predetta ( Bagnolense) è che la moglie dello stesso Pongilupo
fu consolata da Michele, che era figlio maggiore nella stessa setta..".
Anno 1273 : Lorenzo di Brescia.
Nel processo viene nominato ed è vescovo a Sirmione accanto a Francesco
da Pedemonte, (paese vicino a Verona, in Valpolicella), " vescovo
di Lombardia", Patriarca di tutto il catarismo occidentale, quale
presidente a quanto parrebbe della Santa Sinodo internazionale riunita
in Sirmione". Dal 1273 al 1276, Lorenzo fu lultimo vescovo
bagnolese, anche lui probabilmente catturato dalle truppe di Alberto
della Scala e di Pinamonte Bonacolsi, nella retata di Sirmione.
LA DOTTRINA CATARA DEI BAGNOLESI
1- Due sono i princìpi elementari:
uno il Bene, laltro il Male.
2- Il Dio Buono non creò questi
corpi visibili.
3- Tutte le cose non sono subordinate
soltanto ad un unico Dio.
4- Il Dio buono non è creatore
di tutte le cose.
5- Il Dio buono non si adira
nè si cruccia.
6- Cristo non è maggiore di
tutte le cose.
7- Dio non condannerà in eterno
8- Gli uomini non vanno soltanto
in pace o allinferno
9- Cristo non ebbe le nostre
pene
10- Dio non fa nè fece qualcosa
di perituro
11- Cristo non si portò dietro
la carne dal cielo
12- Cristo non è Dio
13- Cristo non è figlio della
beata Maria
14- La beata Maria non fu moglie
15- Cristo non fu vero uomo
16- Cristo non mangia col corpo
17- Cristo non soffrì sulla
croce o nella carne
18- Cristo non morì veramente
19- Cristo non risorse, poichè
è vero che non morì
20- Cristo non discese agli
Inferi
21- Lo Spirito Santo non viene
dato nel battesimo con le mani o con lacqua
22- Giovanni Battista fu malvagio
23- Cristo non fu uomo di carne
24- La resurrezione non è propria
dei corpi
25- I bambini non possono essere
salvati
26- La legge di Mosè è malvagia
e pure i Profeti
27- Gli antichi padri del Vecchio
Testamento non si sono salvati
29- Mosè fu malvagio
30- La salvezza non ci fu nè
cè, in nessun modo, attraverso la legge di Mosè
31- Il Dio buono non condusse
fuori dallEgitto il popolo di Israele
32 Dio, padre buono, non è
nominato dagli antichi padri
33- Il dio buono non diede
la circoncisione
34- Adamo non fu da Dio
35- Non ci fu niente di buono
prima dellavvento di Cristo
36- Tutte le cose visibili
non sono da Dio
37- Secondo il Vecchio Testamento
il nemico non è da amare
38- Gli angeli che uccisero
sono agnelli di cui nel Vangelo
39- Il battesimo con lacqua
è nullo e di nessuna efficacia
40- Non si dà lo Spirito Santo
senza limposizione delle mani
41- La cattiva vita del prelato
nuoce al credente e al sacro
42- I sacerdoti non devono
governare il popolo
43- E chiaro che nella
chiesa di Dio non ci devono essere sacerdoti e diaconi malvagi
44- La chiesa non deve possedere
niente se non in comune
45- Nessun uomo malvagio può
essere vescovo
46- La chiesa immersa nel mondo
non è pura nè qui si deve pregare
47- La chiesa non deve perseguitare
gli uomini cattivi
48- La chiesa non può scomunicare
49- Nella chiesa non ci devono
essere i suddiaconi nè gli accoliti
50- La chiesa non può fare
Costituzioni
51- Non devono avvenire le
sepolture dei morti
52- E insignificante
lunzione con lolio santo
53- E insignificante
il sacramento dellaltare
54- Le elemosine non devono
essere date se non ai buoni
55- Non si deve pregare nè
cantare allinfuori della preghiera domenicale
56- Il peccato non è dal libero
arbitrio
57- Il peccato originale non
esiste
58- Luomo non può pentirsi
dopo il peccato
59- Il peccato non può essere
fatto se non quello fatto in cielo
60- E altra cosa lopera
del diavolo dal peccato
61- Non cè il fuoco del
Purgatorio
62- Non cè lInferno
63- Il dio buono vivifica e
non uccide
64- Il dio cattivo vivifica
e uccide i corpi
65- Il dio che dà la grazia
non si vendica dei buoni nè dei cattivi
66- Quel dio che si vendica
non dà la grazia
67- Il castigo della punizione
non è dal dio buono
68- Il mondo sempre fu e sempre
sarà
69- Con la sola fede luomo
non potrà essere sempre salvato
70- Luomo non può essere
salvato con il padre e con la madre
71- Non ci si deve confessare
72- Il giudizio è stato fatto
73- Il matrimonio è male
74- Tutti non possono essere
salvati
75- E peccato mangiare
carne
76- Nessuno è da evitare
77- Lusura non è proibita
78- Luomo non deve restituire
79- Il giuramento non deve
essere fatto
80- Non è lecito ad alcuno
di uccidere
81- La vendetta non deve essere
fatta
82- Luomo non è da affidare
alla giustizia perchè può essere convertito
83- Il diavolo è potente sulle
creature
84- In patria il premio è uguale
per tutti
85- Luomo può dare lo
Spirito Santo
86- Lo Spirito Santo e lo spirito
Paraclito non sono uguali
87- Lanima non è dentro
luomo
88- Non si deve radere il capo
Verso la fine del XII secolo
la Chiesa cattolica si rese conto che il fenomeno eretico si era diffuso
e stabilizzato in Europa. E il papa Lucio III cercò di porvi rimedio
radunando un Concilio.
(Continua)
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