Governolo:
il dipinto di Francesco Borgani

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1614: Francesco Borgani tela ad olio raffigurante l'incontro di Papa Leone con Attila.

 

Il dipinto di Francesco Borgani

La tela ad olio, 122 x 196 cm, si trova oggi conservata nella sagrestia della parrocchiale di Governolo è inserita nella struttura marmorea dell'altare dedicato al Santo. Era originariamente collocata in un’antica chiesa connessa al campanile distrutta nel 1700.
Forse anche lo stesso altare barocco fu spostato e ricomposto nella “nuova” sagrestia. Su una parete esterna del campanile si possono ancora oggi osservare una serie di interessanti affreschi. Erano all’interno di quell’antica chiesa. L’attuale chiesa parrocchiale fu costruita nel 1756.

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Sagrestia della parrocchiale di Governolo con le reliquie di Papa Leone Magno e la tela ad olio del Borgani.           

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Veduta notturna della parrocchiale
 

 

   Descrizione del dipinto ad Olio

La composizione del quadro è spartita da due gruppi di figure contrapposte.[18]

A sinistra il corteo del Papa con noti personaggi: si riconosce facilmente il Duca Cardinale Ferdinando Gonzaga in vesti cardinalizie, con toga e berretto rosso, forse in ragione alla dispensa dai voti proprio in quegli anni.

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Al seguito del Papa sono rappresentati, i due Patrizi, ovvero il Console Genadio Avieno e l'ex Prefetto Trighezio[19] che con la mano invitano il Pontefice a fermare Attila; seguono i Vescovi, uomini, donne e bambini.

Il Papa, a guida dell'ambasciata romana, è vestito con l'abito pontificio: con la mano sinistra sostiene il pastorale, mentre con la destra indica l'immagine sfuocata di un volto che si presume del Bertazzolo, il committente dell'opera.

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Fra le nubi tempestose, al di sopra del Papa, sono raffigurati San Pietro e San Paolo, riconoscibili, il primo per la calvizia, e il secondo per la spada sguainata in segno di minaccia.

 

"...Rispose Attila: Non avete dunque veduti voi quei due Uomini, che stavano sopra il Pontefice, quali colle Spade taglienti, ed ignude in mano mi minacciavano la morte, se non ubbidiva a' suoi detti?

Questi, quando ciò fu divulgato, gli Apostoli Pietro e Paolo furono creduti..."

 A destra del quadro vi è il secondo gruppo della composizione, vi è dipinto Attila con un seguito di consiglieri di guerra, vestiti con abiti e copricapi vagamente esotici.

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Il Bertazzolo dà la seguente descrizione di Attila:

 "...Era costui di statura buffa, ma grossa, petto molto largo, spalle elevate, aveva la testa molto grande, colla fronte quadrata, gli occhi piccoli, la barba chiara, e nera, ma irsuta, aspersa di peli bianchi, col naso scemo; la carne di color nero verdeggiante, tutti segni premenzionati della sua ferocità, e barbara feritade."

 Al centro del dipinto vi è una schiera di cavalieri armati che si allontanano attraversando un fiume su di un ponte provvisorio in legno, lasciandosi alle spalle le rovine di una non chiara zona assediata.[20] Forse una città.

Venne collocata nel 1807 su un altare interno della nuova chiesa parrocchiale, una copia di quel quadro raffigurante l'incontro di S. Leone Magno e di Attila (attualmente in sagrestia) dipinto nel 1614 dal celebre pittore Borgani.

A riprodurlo nel 1804 fu il pittore veronese Giuseppe Maderna.[1]

Il Bertolotti afferma che la Parrocchia fece dipingere nel 1804 dei quadri dal Padre Badari[2]



Mantova « Le Arti-, vol. III, Pag. 506, testo di Ercolano Marani e Chiara Perini.
A. Bertolotti "I comuni e le parrocchie", pag. 166.
[18] Paolo Molinari esercitazione sul tema monografico per l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia (anno accademico 1990/91) corso di storia dell'arte: Tela ad olio di Francesco Borgani l'incontro di San Leone Magno Papa con Attila.
[19] Secondo la tesi di E.A. Thompson in "Attila e gli Unni".
[20] Paolo Molinari esercitazione sul tema monografico per l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia (anno accademico 1990/91) corso di storia dell'arte: Tela ad olio di Francesco Borgani l'incontro di San Leone Magno Papa con Attila.