prefazione

di Alberto Gazzoli

 

C’era una volta. Tutte le fiabe iniziano così, ma questa che andrete a leggere e a vedere, non è una fiaba ma una storia vera, autentica, iniziata 80 anni fa e che ancora continua, fresca, vitale, ricca di amicizie, legata ad un paese, ad un campanile gotico, poco distante dalla chiesa di S. Erasmo dalla facciata barocca. Eccoci allora nel centro di Governolo e dell’Unione sportiva Governolese, fondata appunto nel 1919 e che porta splendidamente i suoi 80 anni tant’è vero che nella stagione calcistica appena conclusasi, ha saputo imporsi all’attenzione degli sportivi mantovani per l’ottimo rush finale che l’ha portata a conquistare la piazza d’onore con un crescendo impressionante. Nella lunga e generosa vita dell'U.S. Governolese, c’e la vita quotidiana del paese. Certo, quando il temibile Attila, di sicuro centravanti di sfondamento della nazionale degli Unni, incontrò papa Leone, il Dott. Armando Trazzi e il Dott. Materno Cerutti, William Negri e Giovanni Margonari non erano ancora nati, ma forse c’era già l’indimenticabile maestro Valentino Giovanelli, l’aedo della squadra rossoblù, per la quale coniò l’appellativo di “Pirati del Mincio” in risposta ai “Corsari del Chiese” asolani. Governolo, come tantissime altre località italiane, uscì con le ossa rotte dall’ultima guerra; proprio Giovanelli, nella sua prima “uscita” sulla Gazzetta di Mantova scrisse che “la perla del Mincio" era ridotta nella miseria e nello squallore e che il paese si raccolse attorno alle istituzioni sopravvissute ai disagi, ovvero l’Unione sportiva e la banda musicale, sempre più polo di aggregazione. Associazione che se pur con le rivalità, le divisioni o le inevitabili dispute fra i componenti avevano comunque il potere di cementare amicizie, interessi e di risvegliare il sentimento per i propri colori, per la propria bandiera. Ecco allora spiegato perché un gruppo di fedelissimi, ad inizio degli anni ‘80, rinuncia alle ferie estive per sistemare la tribuna del campo sportivo, intitolato all’indimenticabile Pietro Vicini, prima giocatore e poi allenatore rossoblù. Le ferie sono un diritto irrinunciabile ma per 1’U.S. Governolese si fa questo ed altro. Non ci sono abbastanza soldi? In occasione della fiera, c’è la bettola che funziona fino a notte inoltrata: la fanno funzionare i volontari e il ricavato è a favore della società che ha sempre avuto ed ha tuttora fior di dirigenti, appassionati, pieni di volontà, sempre disposti a farsi in quattro. Certo di strada, da quel lontano marzo 1919, i Pirati del Mincio ne hanno fatta. Anzi, è proprio il caso di dire che molta acqua è passata sotto i ponti . Ci sono state alte e basse maree com’è giusto che sia, ma il vessillo rossoblù è sempre rimasto a galla.L‘U.S. Governolese ha molti fiori all’occhiello: società benemerita del Coni, stella di bronzo al merito sportivo. Ma soprattutto Società che ha allevato fior di campioni, poi passati in squadre di categoria superiore se non addirittura in Nazionale come nel caso di William Negri, l'Eroe del Prater”, campione d’Italia col Bologna e prima uno degli artefici della scalata del Mantova dalla quarta serie alla serie A con Mondino Fabbri in panchina. Carburo è senz‘ombra di dubbio l’elemento trainante, ma non possiamo certo dimenticare Gigetto Ferrari, Guido Furini, Beduschi, Margonari, Gallerani, Bissoli e tanti altri. Ai tempi di Fabbri, Governolo ospitò il debutto dell'Ozo Mantova, neo promossa in serie A. Un'amichevole entrata nella leggenda, con l'esordio al "Vicini" di Angelo Benedicto Sormani, di Tony Alleman che appena può se ne torna a Governolo per salutare il William, e di tutta la truppa biancorossa. I "Pirati del Mincio" non furono scelti a caso per questa amichevole: è stata la loro simpatia ad indurre l'omino di Castelbolognese ad optare per lo stadio Vicini. Ed è proprio per questo sentimento che sono in molti in provincia di Mantova a guardare con interesse ai risultati dei "Pirati". Ottant'anni di storia valgono bene un libro:"U.S. Governolese, una storia, una leggenda" si fa leggere d'un fiato, si fa aamirare per l'esclusività delle sue immagini. In undici capitoli è racchiusa l'attività dei Pirati: dalle apparizioni timide del 1919 ai giorni nostri. C'è voluta la passione dei dirigenti, degli amici, per mettere in ordine questo libro che siamo certi vorrà essere dedicato anche ad un altro amico, purtroppo scomparso, mentre si accingeva a dar vita a quest'opera: Marco Galetti, ex calciatore di buon livello. Pure lui è passato attraverso la storia dell'U.S. Governolese.



Pirati del Mincio, all'arrembaggio.