Il corso del
Mincio
Pochi finora,conoscono a fondo il Mincio,
il fiume verde emana un fascino sottile nei tratti ad acqua corrente
ed uno pił denso d'umori e sensazioni, nella Valle. Memorie storiche
e letterarie, testimonianze archeologiche ed artistiche, emergenze
naturalistiche quasi intatte e moderni insediamenti industriali assieme
ad un'agricoltura tecnologica si scandiscono dietro le curve del fiume
che il lento fluire delle acque nel tempo ha disegnato - spesso aiutato
dall'uomo - sul territorio. Regna sovrano il silenzio, rotto dai rumori
della palude, dalle voci di chi lavora nelle terre di riva e nel fiume
stesso e che s'intuiscono dietro le fitte cortine d'alberi e canne.
I segni dell'uomo tendono ad inserirsi nel paesaggio testimoniando
una cultura di gran gusto: cascinali e ville, paesi e città
fondati in riva al fiume, come Mantova che è nata e vive in
simbiosi con le acque del Mincio. E' già dalla sorgente le
industrie sono una realtà dinamica ma incombente che, attorno
alla città, cerca di integrarsi - con difficoltà per
il vero - con la realtà lacustre.
Il Mincio si divide in tre zone con caratteristiche ambientali diverse.
Tratto del Mincio nei pressi di Peschiera del
Garda
Il tratto all'origine, da Peschiera
a Goito, esce dalla Garda e si spinge attraverso la gran massa dell'anfiteatro
morenico che testimonia la forza di spinta dei ghiacciai che coprivano,
milioni d'anni fa, questo territorio.
Il fiume corre rettilineo, fra file di pioppi, sistemato artificialmente
per integrarlo in un sistema idrico complesso che collega l'Adige
al Garda ed al Mincio per mezzo di canali e chiuse.

Mincio a Borghetto
Ma già guarda verso le colline segnate da cipressi e quercioli
e, dopo la prima diga, vi si incunea non senza aver subito un doppio
prelievo: sono due canali che trasportano acqua per usi agricoli
su entrambe le rive. Con questo sistema, giocando su chilometri
di canali minori e fossi, l'acqua s'irraggia su un territorio vastissimo
e permette un suo sfruttamento intensivo. Le rive del fiume sono
punteggiate da arbusti e da isolati ciuffi di canne ed il giunco
dalla riva si spinge verso l'interno mescolandosi con le altre essenze.

Mincio a Rivalta
Quasi all'improvviso le colline si
smussano e si è in pianura. Si vede bene dall'alto dei paesi
ma anche dal fiume si avverte che lo scenario s'allarga: le rive
si coprono di salici, platani, ontani, aumenta la cannuccia; l'acqua
scorre su un fondale in cui i ciottoli rimpiccioliscono via via,
emergono dal fondo lunghi ammassi d'erbe ondeggianti. Si passa tra
rive fitte d'alberi che, nelle diverse stagioni, offrono panorami
mutevoli, s'incontra qualche isoletta, le acque basse scorrono veloci
ma, negli angoli a ridosso, compaiono i ranuncoli d'acqua e qualche
ninfea.

Santuario delle Grazie
Lungo le rive, le fioriture sono
più marcate dai gialli ed anche le coltivazioni hanno un
colore più intenso. E quasi un preludio all'esplosione
di quel serbatoio biologico che è la Valle.
Il lago Superiore appare più grande di quanto sia sulla
carta e anche se le sue condizioni chimico-fisiche e batteriologiche
non presentano i parametri di qualità (scotto pagato con
molta ignoranza al progresso), il paesaggio è ancora superbo.
Punteggiato in riva destra da chiese gotiche (Grazie, Angeli,
S. Francesco) circonda la città con un grande arco liquido.
Ad agosto presenta uno spettacolo difficilmente imitabile anche
grazie all'imprevidenza naturalistica di chi, negli anni Venti,
vi mise a dimora il fiore di loto. Oggi le grandi, vellutate foglie
che s'elevano dall'acqua ed i rosei e profumati fiori sono inseparabili
dal contesto paesaggistico mantovano.

I fior di loto a Mantova
Proseguiamo
il viaggio fino a Governolo
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