Antiche testimonianze di Governolo
Tratto da Claudio Gobbetti "Governolo: un viaggio nella storia" p. 29 - 33

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Documento imperiale del 1037

L'antica torre di Governolo e il documento imperiale del 1037 dove è elencata 'la plebe de Gubernule' ( Archivio Storico Diocesano)
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La più antica testimonianza dell'esistenza della nostra parrocchia si può trovare nel diploma emesso dall'imperatore Corrado il Salico nel 1037. Il Sovrano del Sacro Romano Impero scese dalla Germania in Italia per una controversia scoppiata fra l'Arcivescovo di Milano Ariberto e i valvassori. L'imperatore fu ospitato nel contado mantovano e precisamente nel castello di Canedole. Il Vescovo mantovano Itolfo, approfittò di tale occasione per ottenere la conferma dei beni del suo vescovado e così nel documento imperiale sono enumerate 35 pievi. Esse sono le parrocchie di quei tempi, in cui si poneva l'accento sulla chiesa ove avveniva l'iniziazione cristiana (battesimo) e che quindi era munita del sacro fonte battesimale. Nella elencazione delle pievi sono citate « plebs S. Caxiani... » (il probabile monastero distrutto dagli Ungheresi ... ); « S. Martini in Casale Barbati » (probabilmente l'azienda agricola denominata S. Martino nell'attuale circoscrizione parrocchiale di Governolo e da esso distante Km. 2,9); « S. Laurentii in Casale » (un borgo distante Km. 1,9 da Governolo); infine la nostra « plebs de Gubernule ».[1] Dall'ordine dell'enumerazione, scrive il Marani traspaiono gli itinera visitationum, cioè i viaggi del Vescovo per visitare le pievi. La chiesa madre o prioria delle nostre pievi era quella di Barbasso la cui influenza territoriale si estendeva per circa 10 miglia da Bigarello a Septingenti (Sustinente). Nel 1160 Federico Barbarossa citò in un diploma emesso da Pavia[2] solo 5 pievi, fra le quali quella di « S. Martini quae Guvernula vocatur » (da non identificare con S. Erasmo di Governolo). Il Carreri dimostra con una serie di documenti, l'organizzazione collegiale del clero o « fraternitas » in alcune pievi fra le quali troviamo quella di S. Martino del Fissero e quella di S. Erasmo di Governolo. Si tratta di un documento del 1232 in cui si afferma che i preti e le « fraternitas » di dette chiese promisero al Vescovo di liberare le pievi dai debiti e di farle officiare pagando le dazie dal Vescovo o dal Legato apostolico.[3] 

  Governolo nel 1.000  Tratto da Claudio Gobbetti "Governolo: un viaggio nella storia" p. 30 - 33

  Intorno al mille, nella realtà mantovana, venne ad inserirsi la potente famiglia dei Canossa. Essi erano già Signori di larga parte della Toscana e dell'Emilia. A cominciare dall'anno 961, fu Adalberto Atto di Canossa, il quale divenne titolare di alcune considerevoli proprietà immobiliari nella città e nel contado mantovano; tra esse l'isola Muricola delimitata dai fìumi Po e Lirone, sulla quale sorgeva una cappella dedicata a S. Benedetto da Norcia. Nel 1.007 suo figlio Tedaldo, fondò l'abbazia che dai due fiumi si denominò S. Benedetto in Polirone. Tale abbazia fu per i Canossa molto importante e i gubernolesi avevano forti legami politici ed economici con essa. Figlio di Tedaldo fu il Marchese Bonifacio, alla cui morte nel 1052, i vasti possedimenti canossiani passarono al fìglio Federico. Egli morì poco dopo e i suoi beni, sotto la tutela della madre Beatrice, passarono alla giovanissima Gran Contessa Matilde, nata nel 1.046 circa. Nel 1.088 un documento testimonia che il Vescovo di Mantova Ubaldo, acquista dalla contessa Matilde la zona di Barbasso e le ville soggette ad essa: S. Martino, Governolo, Carzedole, Roncoferraro.[4] Sempre nello stesso anno, un altro documento stabilisce che la Contessa possa tornare in possesso delle terre vendute, versando entro dieci anni una somma pattuita col Vescovo.[5]

 

 [1] R.M. n. 59, pag. 44, 31 marzo 1037. [2] 12 R.M. pag. 213, 21 febbraio 1160. [3] 13 F.C. CARRERI, Appunti e documenti dell'episcopio mantovano al tempo di Guidotto da Correggio, Atti e memorie dell'Accademia Virgiliana, vol. 1, parte  prima, Mantova 1908, pag. 78, 84; Per un ulteriore approfondimento E. Marani in "Atti e Memorie", la medioevale partizione plebana della diocesi di Mantova, vol. XLV, Mantova 1977 pp. 89 - 146 [4] Torelli, R.M. n. 108 [5] Torelli, R.M. n. 109.