Dante Alighieri nacque a Firenze nel maggio del 1265, morì il
14 settembre 1321.La "Divina Commedia", iniziata in esilio forse
nel 1304, è il racconto in prima persona di un viaggio compiuto
da Dante all'età di trentacinque anni nei tre regni dell'oltretomba
cristiano.
Le due guide principali del poeta in questo viaggio sono Virgilio (Inferno
- Purgatorio) e Beatrice (Paradiso). Il poema si compone di tre cantiche,
l'Inferno, il Purgatorio e il Paradiso. Nel Capitolo XX dell'Inferno Dante
canta l'origine di Mantova e indica Governolo, là dove il fiume
Mincio cade in Po. Riportiamo i versi di questo Capitolo della Divina
Commedia.
Per un'antichissima tradizione la città di Mantova sarebbe stata
fondata da un'indovina greca di nome Manto. Un giorno volle fuggire da
Tebe per non sottostare al prepotente Creonte. Manto arrivò nel
cuore della Pianura Padana.
Come arrivò? Per nave, risalendo il Po fino a Governolo e da Governolo,
ancora controcorrente, sul Mincio, fino su un'isola in mezzo ai laghi.
Qui, racconta Virgilio per bocca di Dante nel cap. XX dell'Inferno
«ristette coi suoi servi a far sue arti e visse e vi lasciò
suo corpo vano...».
Successivamente, sopra «quell'ossa morte» sarebbe sorta la
città, chiamata Mantova in omaggio alla sua celebre fondatrice.
Questo racconto leggendario ha sempre suscitato un certo fascino.
DANTE: Divina Commedia, Inferno
Cap. XX
Il canto ventesimo dell'inferno di
Dante Alighieri si svolge nella quarta bolgia dell'ottavo cerchio
ove sono puniti gli indovini; siamo all'alba del 9 aprile 1300 o
secondo altri commentatori del 26 marzo (Sabato Santo). Dante, dopo
un descrizione generale, indica tra i peccatori, attraverso le
parole di Virgilio, cinque indovini antichi (quattro dei quali
mitologici) e tre moderni. Durante la presentazione dell'indovina
Manto c'è una lunga digressione sulle origini di Mantova e cita
Governolo dove il Mincio sfocia nel Po.
Leggiamo ora i versi di questo capitolo nella Divina Commedia
Manto fu, che cercò per terre molte;
poscia si puose là dove nacqu' io;
onde un poco mi
piace che m'ascolte.
57
Poscia che 'l padre suo di vita uscìo
e venne
serva la città di Baco,
questa gran
tempo per lo mondo gio.
60
Suso in
Italia bella giace un laco,
a piè de l'Alpe che serra Lamagna
sovra Tiralli,
c' ha nome Benaco.
63
Per mille fonti, credo, e più si bagna
tra
Garda e Val Camonica e Pennino
de l'acqua che
nel detto laco stagna.
66
Loco è nel mezzo là dove 'l trentino
pastore
e quel di Brescia e 'l veronese
segnar poria,
s'e' fesse quel cammino.
69
Siede Peschiera, bello e forte arnese
da fronteggiar Bresciani e Bergamaschi,
ove la riva 'ntorno
più discese.
72
Ivi
convien che tutto quanto caschi
ciò che
'n grembo a Benaco star non può,
e fassi fiume
giù per verdi paschi.
75
Tosto che l'acqua a correr mette co,
non più
Benaco, ma Mencio si chiama
fino a Governol,
dove cade in Po.
78
Non
molto ha corso, ch'el trova una lama,
ne la qual si distende e la 'mpaluda;
e suol di state
talor esser grama.
81
Quindi
passando la vergine cruda
vide
terra, nel mezzo del pantano,
sanza coltura e
d'abitanti nuda.
84
Lì, per fuggire ogne consorzio umano,
ristette con suoi servi a far sue arti,
e visse, e vi
lasciò suo corpo vano.
87
Li uomini poi che 'ntorno erano sparti
s'accolsero a quel loco, ch'era forte
per lo pantan
ch'avea da tutte parti.
90
Fer la città sovra quell'ossa morte;
e per colei che 'l loco prima elesse,
Mantüa
l'appellar sanz'altra sorte.
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Dante Alighieri
Divina Commedia Inferno Canto XX, 55 - 93