Attila e S. Leone
sulle rive del Mincio


Tratto da "Passeggiando lungo il Mincio" di Claudio Gobbetti
Edizione Davide Quadri

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Francesco Borgani (1614) Lo storico incontro di S. Leone con il Re Attila alle foci del Mincio
Olio su tela conservato presso la parrocchiale di Governolo.

 

Nel 452 d.C. Attila, re degli Unni, entra in Italia con l'intenzione di saccheggiare e conquistare tutta la penisola.

Entrando attraverso le alpi Giulie, percorre la Via Annia e conquista Aquileia, Padova, Verona, Brescia, Bergamo infine entra a Milano e a Pavia, poi si ritira verso il Mincio.

Di fronte a tanto pericolo, il Generale Ezio decise, in nome dell'imperatore Valentiniano III, di negoziare con gli Unni. Fu scelto come ambasciatore Papa Leone I.

Attila accolse la delegazione romana, negoziò la ritirata e in cambio volle avere come sposa Onoria, la sorella dell'imperatore.

L'importante   incontro storico viene ricordato dai contemporanei del tempo Prospero di Aquitania e dal Vescovo spagnolo Idozio. Purtroppo non ci lasciano delle precisioni topografiche dell'evento.

Si dovrà aspettare Jordanes 100 anni e precisamente alla metà del VI secolo, per cogliere qualche dato inedito, senza però sapere la fonte delle sue importanti notizie topografiche.

Jordanes inserisce nel racconto che Papa Leone incontrò Attila in

 

"Agro Venetum Ambulejo, ubi Mincìus amnis commeantium frequentatione transitur"

(= nel campo veneto detto Ambuleio dove il fiume Mincio è attraversato da una moltitudine di viaggiatori )

Jordan Getica XLI-XLII, 222-223 ed Th. Mommsen.

 
Più avanti, nell'VIII secolo, Paolo Diacono arricchisce il racconto dello storico incontro con un nuovo particolare:

"eo loco, Mincìus fluvius in Padum influit "

(= nel luogo dove il Mincio entra nel Po)

Paolo Diacono - Historia romana, XIV, 11-13 ed. A. Crivellucci pp. 196-97.

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Vaticano: nella Sala delle mappe cinquecentesche affrescate, il territorio mantovano presenta la località Governolo dove è disegnato sopra lo storico incontro di Papa Leone con Attila.

 

Anche la "Historia Miscella" dell'XI sec. di Londolfo Sagace, coincide in tutto con Paolo Diacono.

Nel periodo tardo antico, la zona dove il Mincio entrava nel Po era all'incirca tra Governolo e Quingentole. Molto più tardi, la versione del veronese Giovanni Mansionario (ovvero Giovanni Diacono morto a Verona nel 1337) non si limita ad un generico territorio veneto, bensì dove il Mincio esce dal lago di Garda.

Su questa indicazione il Maffei (sec. XVIII) colloca il luogo vicino a Peschiera, ma già in quel secolo, il Tartarotti mette in discussione le troppo deboli argomentazioni a favore di questa tesi.

Sulle fonti, molto più antiche risalenti a Paolo Diacono, vi è una notevole quantità di storici che identificano il luogo dell'incontro a Govenolo, fra loro ricordiamo quelli del 1500: F. Biondo, M. Equicola, L. Alberti.

Molto decisivo fu lo studio di G. Bertazzolo nel 1614; avvalorò la tesi dell'incontro a Governolo con le affermazioni di Platina, di Jacopo Bergomense, di Biondo Flavio, del Sabellico, di Giovanni Nauclero e gli Annali del Baronnio.

Il noto ingegnere fece costruire vicino alla foce del Mincio una chiesetta dedicata a S. Leone, fece arrivare da Roma le reliquie di S. Leone con l'autentico per venerarle, inoltre affidò l'incarico al valente pittore Francesco Borgani, di dipingere un quadro raffigurante lo storico incontro nel 452.

Il dipinto è ancora oggi conservato presso l'altare di marmo seicentesco nella sagrestia della chiesa di Governolo ove sono pure conservate le reliquie.

Narra il Tonelli che l'oratorio dedicato a S. Leone, fu distrutto da un turbine nel 1759. Poco a nord di Governolo, presso Nosedole, esiste ancora oggi una interessante località (detta Fortino d'Attila).

Gualberto Storti osserva come nel medioevo, una località poco a sud di Governolo, detta Campione, si chiamava Campoleoni. Forse è qui che il Papa stabilì il suo campo. Riguardo Ambulejo, se è da ricercare fra le due località, Governolo è proprio situato in mezzo.

Lo Storti ritiene di avere ritrovato due documenti: uno è del 1250 e cita un mons agambolarum, l'altro è del 1303 e ricorda una località denominata "le cigambelle". I due toponimi contengono il nome "ambul" e sarebbero vicini, secondo gli studiosi, nei pressi di Forcello a S. Biagio. Ci resta a concludere che la zona di Governolo è la più privilegiata come luogo storico di quest'incontro.

 

NOTE BIBLIOGRAFICHE

·          M. Calzolari "Padania romana" (Ricerche archeologiche e paleoambientali nella pianura tra il Mincio e il Tartaro, Mantova 1989: l'analisi dello storico incontro è al cap. 4, pp. 141 - 162.

·          G. Bertazzolo "Breve descrizione della vita di S. Leone Magno e di Attila..." fu stampato prima nel 1614, poi ristampato nel 1727.

·          Gualberto Storti in "Gazzetta di Mantova", 15 marzo 1988, p. 17.