1527: Ercole Gonzaga riceve a Governolo


la berretta Cardinalizia per mano del Marchese


(tratto da Claudio Gobbetti: "Governolo: un viaggio nella storia" p. 82 - 87)

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Il card. Ercole Gonzaga (olio, Duomo di Mantova)

Informato della morte di Giovanni Dalle Bande Nere, il Capitano Della Rovere sospese l'inseguimento dei Lanzichenecchi. Il giorno 27 novembre 1526 i Lanzichenecchi passarono il Po puntando verso Roma. Mentre il Frundsberg rimaneva a Ferrara colpito da infarto, strada facendo le schiere dei Lanzichenecchi si ingrossarono di vagabondi, di briganti e di disertori. Nessuno si preoccupò di fermarli, Clernente VII con duemila prelati, si rifugiò in Castel S. Angelo allorché ai primi di maggio dell'anno 1527 i Lanzichenecchi arrivarono sotto la città di Roma guidati da Francesco I Borbone.

Per tre giorni Roma subì un tremendo saccheggio. La violenza dei Lanzichenecchi fecero considerare esuberanti monelli i Goti del 410 d.C. e i Vandali del 455: S. Pietro trasformata in stalla, preti venduti all'asta o mozzati al naso, suore trascinate nei lupanari, un prete ucciso per essersi rifiutato di fare la comunione a un asino bardato con paramenti Vescovili...

Insomma accadde tutto quello che poteva sfogare il rancore antipapista dei Luterani tanto che si racconta di padri che arrivarono ad uccidere le proprie figlie per sottrarle allo stupro.[1]

In quei frangenti la Marchesa Isabella d'Este Gonzaga si trovava a Roma e Papa Clemente VII, noto per il suo mercanteggiare i cappelli Cardinalizi, prima di fuggire a Orvieto travestito da commerciante ambulante, le consegnò la berretta Cardinalizia per il figlio Ercole, promessa e patteggiata già da tempo.

Ella, di ritorno da Roma, scrive lo storico Carlo D'Arco, 

« ... cavalcò sino a Ferrara, per visitare l'illustrissimo Alfonso (d'Este) Duca, suo fratello. Ivi ancora fermassi per 4 giorni, poi si mise in nave e venne su per Po verso Mantova; e gionta a Governolo, riceve l'incontro del Reverendissimo Signor Ercole creato Cardinale, a cui la detta signora Isabella sua madre mise con propria mano la berretta rossa  mandatagli da Papa Clemente VII. Dindi saliti in nave,  pel fiume Mincio navigando, gionsero in Mantova... ».[2]

A confermare questo particolare episodio avvenuto a  Governolo, non vi è solo la citazione del Daino,[3] ma la stessa Isabella, nel suo copialettere, scrivendo al Duca Ferdinando il suo rammarico per essere stata derubata di alcune cose che a lei stavano a cuore, termina la lettera cosi:

 

« ... La entrata nostra è stata di molta allegrezza a noi, all'illustrissimo Signor Marchese, a Monsignor nostro Reverendissimo e a tutto questo popolo perchè con noi entrò anco Monsignor in habito di Cardinale essendo già stata presentata la berretta per mano del Signor Marchese in Governolo dove fussimo incontrata da sua Ecellenza.

Ma questo inopinato et maladetto caso (cioè di essere stata derubata ... ) ci ha conturbato ogni nostro piacere.

Vostra Signoria attendi a conservarsi (cioè a star bene) manco esponendosi alli pericoli che la può, et a Lei donamo mille saluti.

XVI juníj 1527 ».[4]

 

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1527: particolare della lettera d'Isabella d'Este relativa alla presentazione a Governolo
 della berretta Cardinalizia al figlio Ercole  (Arch. di Stato di Mantova).

Questo particolare della lettera, mi permette di correggere tutti quegli storici, compresi Carlo D'Arco, M. Bellonci, il Daino e Carthright Julia[5], che attribuiscono a Isabella d'Este l'imposizione della berretta al figlio Ercole.

Fu infatti il Marchese Federico II a compiere il gesto così importante a Governolo.

Del resto, nonostante la eccelsa rilevanza di nobil donna italiana, ci appare strano che Isabella a quei tempi potesse compiere un gesto ecclesiale così elevato.

 

Breve profilo biografico di Ercole Gonzaga
 

Nato nel 1505, secondogenito del Marchese Francesco e di Isabella d'Este. A solo 15 anni fu destinato a ereditare le cariche dello zio, il Cardinale Sigismondo Gonzaga. Nel 1520 ebbe il titolo di suo coadiutore.

Nel 1521 studiò filosofia e letteratura a Bologna (suo maestro fu anche il Pomponazzo). Benché in possesso di un Vescovado, come laico non aveva ricevuto la consacrazione episcopale e nemmeno quella sacerdotale, inoltre non aveva neppure studiato teologia (non dimentichiamo che siamo nel contesto storico religioso del 1500: la Chiesa affidava volentieri le alte cariche ecclesiali all'alta nobiltà diventando sempre più una istituzione di interessi politici ed economici piuttosto che religiosi e spirituali).

Dopo la morte del Cardinal Sigismondo Gonzaga, i disastri della Lega Santa, imposero a Papa Clemente VII di raccogliere denaro per la difesa di Roma. Il 3 maggio 1527 elargì 5 cappelli Cardinalizi, uno dei quali ad Ercole con il titolo di S. Maria Nuova. Ogni eletto doveva sborsare 40 Ducati d'oro per l'erario pontificio. Isabella che, come già scritto, si trovava a Roma, comprò da Clemente VII, nel palazzo Colonna, il cappello Cardinalizio che poi il Marchese impose ad Ercole a Governolo.

Nel 1535 il Cardinal Ercole studiò la « Sacra Scrittura », pubblicò un catechismo per l'istruzione pubblica, ebbe cura della scelta dei sacerdoti, sanò le finanze riducendo il personale da 800 a 350 persone. Insomma anticipò il senso voluto dalla riforma del concilio di Trento.

Nel 1549 il card. Ercole rinunciò alla elezione al soglio pontificio.

Nel 1556 fu ordinato sacerdote (all'età di 51 anni).

L'ora di Ercole suonò quando Pio V lo chiamò alla presidenza del Concilio di Trento. L'8 giugno del 1561 fu consacrato Vescovo nel duomo di Trento e il 18 gennaio 1562 giunse il momento della solenne apertura del Concilio per la terza ripresa (sessione).

Il 23 febbraio 1563, Ercole si ammalò e la sera del 2 marzo il Concilio si riuniva intorno al suo feretro.[6]

 

[1] MARCHI, op. cit., pagg. 214-218.

[2] C. D'ARCO, Notizie d'Isabella d'Este moglie di Francesco Gonzaga, pag. 35, doc. XIX, dalla cronaca MS Daino.

[3] A.SMn., Archivio Gonzaga, D XIII B. 416, I, fasa 21, carta 137-38.

[4] A.S.Mn., Copialettere d'Isabella d'Este, libro 47, n. 2.999.

[5] JULIA CARTHRIGHT (testo in lingua inglese), Isabella d'Este Marcbioness of Mantua 1474, London, johnn Murray, 1903-1904.

[6] Riguardo la vita di Ercole Genzaga: ARTURO SEGRE, Un registro di lettere del card. Ercole Conzaga, Torino, Feltrinelli, 1912; H. JEDIN, Chiesa della Fede, Chiesa della Storia, Brescia, 1972, in « Il figlio di Isabella d'Este »,  pagg. 499-511; ROBFRTO BRUNELLI, Diocesi di Mantova, editrice La Scuola,  1986.