1397: Francesco Gonzaga sconfisse i Visconti a Governolo

la vittoria fu favorita dalla chiusa di Governolo

(tratto da Claudio Gobbetti: "Governolo: un viaggio nella storia" p.62 64)

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Fu anche grazie alla modifica della chiusa che fra il 1397. e il 1398 Francesco Gonzaga sconfisse le forze di Gian Galeazzo Visconti. Sintetizziamo le tappe più significative delle vicende che portarono a questo avvenimento.

Il matrimonio di Francesco Gonzaga con Agnese Visconti favorì fino al 1389 buoni rapporti con Gian Galeazzo  Visconti (nipote di Bernabò) finché Francesco, accusando la moglie Agnese di adulterio, la fece decapitare. Il Gonzaga, sposandosi di nuovo con Margherita Malatesta (dei  Signori di Rimini), poté trovare nuovi alleati contro i Visconti.

Nel 1392 Francesco aderì con Firenze e Bologna alla  lega antiviscontea.[1] 

Gian Galeazzo reagì cercando di togliere a Mantova quella protezione militare che le acque le donavano.

·        La prima idea di Gian Galeazzo fu quella di deviare, mediante una diga a Valeggio, il corso del Mincio nell'Adige. La diga non poté resistere alla forza dell'acqua, la quale dopo averla abbattuta, raggiunse con violenza Mantova causando una rottura al ponte dei Mulini.[2]

Fu in questa situazione storica che Francesco rafforzò il territorio del Serraglio trasformando la chiusa di Governolo. Essa doveva impedire che le navi nemiche entrassero a Mantova  per il Mincio. 

·        Il secondo tentativo del Visconti fu quello di trattenere il Mincio a Peschiera. Il lago Superiore di Mantova però non si seccò, ma divenne una palude. I Gonzaga approfittarono dell'occasione per aggiustare il ponte dei Mulini e, nell'attesa di una nuova ondata del Míncio, tennero aperte le bocche e le ussare (paratoie) dei molini.

Il tentativo del Visconti fu ancora una volta fallito. 

·        Nel 1397 un nuovo tentativo del Visconti fu quello di trasportare l'assedio a Governolo. A comandare l'esercito  Visconteo fu Ugolotto Biancardo e il suo primo tentativo fu quello di fracassare con le bombarde la torre della chiusa di Governolo.

Egli non voleva distruggerla in quanto le sue rovine potevano impedire il passaggio attraverso la chiusa; il suo scopo era invece di intimorire e quindi far fuggire i guardiani della torre. 

L'assalto si concluse per merito dell'ingegno dei governolesi nel manovrate opportunamente gli incastri della chiusa riuscendo a scaricare tutta l'acqua addosso ai nemici.

Buona parte dell'esercito Visconteo morì affogato e quelli che si salvarono furono presi come prigionieri e uccisi.

In quella circostanza i Visconti persero 34 pezzi di bombarda, 50 galeoni con altre barche armate, con tutti i padiglioni (le tende), le baliste (specie di catapulte che servivano per lanciare i grossi proietti di sassi a forza di fuoco).

Migliaia di prigionieri che non vennero uccisi furono trasportati nei laghi di Mantova a guisa di trionfo navale. 

Poiché la torre e la rocca di Governolo furono ben difese dai governolesi al comando di Bartolomeo Gonzaga furono da Francesco premiati con esenzioni di ogni sorta di gravezza. Tale decreto valse per tutte le famiglie dei terrazzani (gli abitanti del castello) e dei loro discendenti.[3]

        Quando iniziò la fiera di S. Agostino?

E' interessante osservare come ancora una volta l'Amadei ci riporta la vittoria di questa guerra al giorno di Sant'Agostino, il 28 agosto (fiera dedicata al Santo Patrono della parrocchia di Governolo).


[1] « Castelli dei Gonzaga », Rusconi, pagg. 74 e 75; Mantova « La Storia », vol. 1, pag. 419.
[2] BERTAZZOLO, Discorso sul sostegno, pag. 31, ben raccontata da E. Azzi, in Mantova e i suoi laghi, pagg. 89 e 91
[3] F. AMADEI, Op. Cit., VOI. 1, pagg. 676-677 e 682.