Valentino è nato a Roncoferraro il 6/11/1911 e si è spento
il 22/5/1992. Insegnante elementare a Mantova subito dopo il conseguimento
del diploma, e poi in vari paesi della provincia fino alla definitiva
cattedra a Governolo. E'
stato premiato con medaglia d' oro dal Ministero della Pubblica Istruzione.
Corrispondente ufficiale per la Gazzetta di Mantova dal 23 maggio 1951
e saltuariamente anche per il Resto del Carlino.
Figura di spicco nella Governolo
del dopoguerra.
Grande cantore delle gesta dei "Pirati del Mincio" e fustigatore
sulle pagine della "Gazzetta di Mantova", delle varie amministrazioni
comunali con l'intenzione di tenere alta l'attenzione delle stesse su
Governolo, la più grande frazione del Comune. Collaborò
in prima persona all'istituzione del Centro di Lettura , presso le scuole
elementari di Governolo. Da ricordare
inoltre che è stato uno dei fondatori, assieme alla dinastia
dei Negrini, della "Scuola di Navigazione Interna di Governolo".
La Brunetta gli ha dedicato una toccante poesia
in vernacolo:
Al maèstar Valentino ( pisnìn)
Mì al ricordi cun cumùsiùm,
figura a rimembranza
At Guèrnùl at l'altàr dì, ma in tanti còr
ancora chì.
Al Maestar l'era prùnt ad ogni ocasiùn a scrivàr,
ad infioràr Guèrnùl e la su gent, con ironia e
simpatia.
Tuti il ciamava "conserva" parchè pront ad ogni ocasiùn
Ad animar Carnevai, festi, feri o a contar anca in sla Bagolona,
la nostra storia paesana sémpar con amor e devosiùn,
perché l'era la su véra pasiòn.
Tut quel calsà lasà l'è un patrimoni immens
da conservar con sentiment:
l'è la nostra vera Poesia da dismengar mìa.
Brunetta Vicini, Governolo, 07/02/2007
Dalla lettura dei suoi
articoli, a volte graffianti ma pieni di umanità, si può
ricostruire la vita dei governolesi ad iniziare dal primo dopoguerra.
Così sulla Gazzetta descriveva la situazione di Governolo nel
lontano 9 aprile del 1949 dal titolo : Ritratto
poco confortante della "perla del Mincio":
Signor Direttore,
per la sua posizione, per i suoi commerci e traffici Governolo, chiamato
un tempo "la Perla del Mincio", è sempre stato considerato
fra i paesi più ridenti della provincia.
Oggi, dopo questo immane conflitto, esso è pressoché ridotto
nella miseria e nello squallore. Le sue ferite non sono ancora rimarginate
ed i suoi abitanti, nella maggioranza ridotti all'indigenza, vagano
con una lenza lungo le sponde o si riuniscono a crocchi sulle mura diroccate
al centro del paese, a parlare del tempo in cui si potrà pensare
al domani senza preoccupazione.
Il Mincio, un tempo fonte di prosperità, non vede più
che qualche rara barca solcare le sue pacifiche onde.
Dei due ponti che lo attraversano, uno, quello al centro del paese,
è ridotto ad una passerella, e l'altro,costruito in legno durante
la guerra, ha una portata inferiore alle necessità.
L' arteria di maggior traffico, la provinciale Mantova-Ostiglia, che
attraversa il paese, è, da quando fu iniziata la strada nuova,
in completo abbandono e gli autoveicoli, vi hanno scavato un vero solco
ondulato e polveroso.
Alcuni lavori iniziati (ponti, strada provinciale, canali...) sono stati
sospesi ed altri,di estrema utilità, non sono ancora stati iniziati
per mancanza di fondi. cosicché alla paralisi del commercio,
si è unito lo spettro della miseria e della fame. Da otto mesi,
terrazzieri e barcaioli vivono di speranze e di promesse, accumulando
debiti su debiti. Chi penserà una buona volta a costoro? Quando
sarà possibile assicurare un po' di lavoro che sani nel contempo
le ferite di questo disgraziato paese?
E lo sapevate che fino al
29 settembre del 1949 a Governolo c'era la caserma dei Carabinieri?
Chiusa a Governolo la caserma dei Carabinieri
Dopo settantanove anni la caserma dei carabinieri,
per ordine (si dice) del Ministero dell'Interno, è stata chiusa.
La popolazione ha visto partire i carabinieri con grande disappunto
e rammarico, pur tuttavia osa sperare che le autorità si adoperino
per farli tornare.
Non è possibile che il centro più importante del comune
rimanga senza i militi dell'ordine. Quali saranno le ragioni che hanno
determinato un così grave provvedimento? Forse perché
Governolo, pur avendo una fiera ed un mercato settimanali, è
troppo pacifica? Un po' alla volta Governolo se nessuna autorità
che abbia veramente a cuore il nostro paese, interviene, perderà
non solo la caserma, ma il diritto di chiamarsi frazione.
Ecco una descrizione della situazione della piena
16 Novembre 1951: Piena a Governolo
Anche a Governolo, dopo giorni e giorni di
tempesta è tornato il sereno in tutti i cuori. La spaventosa
minaccia che ha sovrastato il paese è pressoché scomparsa.
Ancora una volta Governolo, questo piccolo ed eroico paese misconosciuto,
ha dato un fulgido esempio della sua civica maturità lottando
unito e concorde contro l'immane pericolo dell'inondazione.
Come ognuno sa, tutto è cominciato con forti venti e piogge costanti.
Le acque del Mincio a poco a poco si sono ingrossate e fatte minacciose.
Nulla però lasciava prevedere una così spaventosa piena.
Governolo era poco preparata a ricevere tutta quell'acqua che il Po
con tanto impeto le mandava. Piano piano, giorno per giorno la minaccia
si faceva sempre più grave. Le acque salivano inesorabilmente.
Si temeva per le vecchie mura sbertucciate. Il pericolo era imminente,
le speranze si sfaldavano, svanivano. Uno spettacolo desolante già
si presentava ai nostri occhi. Quei poveri abitanti delle case sulla
riva del Mincio cominciavano il loro triste esodo senza speranza di
ritorno. Su quelle facce, era scolpito un vivo dolore, intimo e profondo
di chi abbandona la propria casa, per mendicar altrove un tetto dove
passare l'inverno. Il paese assumeva un aspetto sempre più grave.
Le sue sembianze erano quelle di un forte nel quale si stanno apprestando
in fretta e furia le fortificazioni nella imminenza di un attacco.
Il geom. Cinzio Faccini del Genio Civile dirigeva il lavoro di trecento
e più uomini che preparavano fortificazioni salde onde sconfiggere
quel potente ed inesorabile nemico. Era una vera gara di generosità
e di volontà. Tutti indistintamente hanno dato la loro opera
indefessa e spontanea. Hanno validamente concorso alla riuscita le autorità
capeggiata dal Sindaco, il Maresciallo dei C.C. con le forze dell' ordine,
l' ing. Olindo Bergamaschi, il geom. Braguzzi e il Geom. Boccasanta.
Fra gli agricoltori (molti dei quali hanno brillato per la loro assenza)
che hanno messo a disposizione uomini e mezzi, sono da citare il sig.
Petrobelli nob. Paolo, il sig. Zagni ed il sig. Nuvolari.
Nonostante le opere imponenti il Mincio non si dava per vinto superando
ogni più nera previsione. Il momento di maggior trepidazione
è stato mercoledì sera, quando il nostro fiume, dopo essere
stato in relativa stasi a quota 9,27 ha ricominciato la sua ascesa vertiginosa
tanto che alle ore 24 aveva raggiunto la quota massima di m. 9,49, vale
a dire cm. 85 in più della piena del 1917.
Fu in questo tragico momento che tutto sembrava perduto. Gli uomini
reclutati non bastavano. Occorrevano ancora uomini e mezzi. L'allarme
si diffondeva in un baleno. Uomini e ragazzi anche al di sotto dei sedici
anni accorrevano in massa sfidando ogni pericolo e pur di arginare l'acqua
dirompente, si gettavano sulle mura e tamponavano muti e silenziosi
le falle. La lotta si faceva dura, serrata, impari. I loro volti denotavano
lo sforzo immane, ma non un muscolo rallentava il ritmo del lavoro.
L'ordine era di resistere ad ogni costo e quegli uomini dimostravano
di conoscerne bene il significato. Tre file di sacchetti erano già
sulle mura, ma già se ne preparavano altri. Baluardo sopra l'altro
sempre, continuamente, instancabilmente, senza posa. Le vecchie che
assistevano a quella scena, avvertivano il pericolo, ma non trepidavano
perché leggevano nel volto di quegli uomini una forza di resistenza
superiore all'impeto delle acque. Cinque ore è durata questa
lotta titanica fra l'uomo e la natura. Quando finalmente si è
sparsa la voce che l'acqua si era fermata, un alto grido di gioia è
sgorgato dal cuore: era la vittoria. Per questi suoi figli, Governolo
meriterebbe di essere chiamata eroica. Purtroppo pochi, troppo pochi,
sanno di questa lotta e sarà utile che queste poche righe servano
a renderla nota ai molti, i quali non sanno, quanto valga l'amore, la
fede e la concordia contro la prepotenza e la intemperanza.
Il triste bilancio delle famiglie senza tetto è di 62 con un
totale di 290 persone. Si è costituito un comitato di assistenza
che provvederà alla loro sistemazione; intanto però i
sinistrati sono accampati sull'argine del Mincio, avvolti da coperte
e riparati da tendoni.
Per iniziativa del Consorzio per l'Istruzione Tecnica
viene istituita la Scuola per la Navigazione Interna, unica in Italia,
per piloti di motobarche e motocisterne : è il 17 Dicembre 1958.
Per iniziativa del Consorzio Provinciale per
l'istruzione Tecnica e per diretto interessamento del dott. Flores Bovi,
è sorta a Governolo una scuola per piloti di motobarche e motocisterne.
L'intelligentissima iniziativa riveste una particolare importanza in
quanto il traffico fluviale va facendosi sempre più intenso e
quindi c'è un'estrema necessità di meglio qualificare
i piloti dei mezzi acquatici. Essendo Governolo un punto nevralgico
della navigazione interna tra Venezia e Mantova, la scuola - che è
unica in Italia - è stata istituita proprio in questo centro
e si avvale, per l'insegnamento della parte tecnica, dall'espertissimo
capitano di marina Amedeo Mazzocchi. Gli iscritti sono una trentina
e seguono con profitto le lezioni, sacrificando molte delle loro ore
libere. Dette lezioni vengono tenute ogni martedì e giovedì
presso un'aula del casamento scolastico locale, gentilmente concessa
dal Provveditore agli Studi di Mantova.
La maggior parte degli iscritti è di Governolo e appartiene a
quella vecchia categoria di barcaioli che un tempo costituiva il ceppo
maggiore e più importante della risorta Ambuleio. Conoscendo
il Po e il Mincio come le loro tasche, questi " alunni" sono
i piloti ideali per la conduzione di bettoline lungo i due fiumi, e
per questo si è pensato alla loro qualificazione tecnica.