1925: Il Re d'Italia inaugura
la conca di Governolo (Tratto dal testo Claudio Gobbetti
"Governolo, un viaggio nella Storia" pag. 149) |
|
1925 Re Vittorio Emanuele III inaugura
a Governolo la nuova conca |
|
Era una bellissima giornata
di maggio e precisamente il venerdì 22 dell'anno 1925.
A Governolo una moltitudine
di gente si accalcò sui ponti, sugli argini, sulle banchine, addirittura,
ci racconta il cronista del quotidiano La
voce di Mantova (attuale Gazzetta di Mantova), sui tetti e perfino
sulla torre.
Per la grande inaugurazione
furono adoperate 4 navi di 600 tonnellate di stazza, provenienti
da Venezia: Nina, Pina, Lina e Gina. Fra la moltitudine di gente
vi era un gruppo di bersaglieri guidati dal capitano Sissa con l'incarico
di rendere gli onori militari.
La nuova conca fu realizzata
dopo aver scavato un canale artificiale lungo 900 metri. La conca
serviva alla navigazione permettendo di superare il dislivello del
Mincio e del Po oltre a diminuire i pericoli delle inondazioni.
Il nuovo canale, assieme al
restante corso naturale del Mincio che attraversava il paese davanti
alla torre, formò una graziosa isola artificiale lunga 800 metri
e larga 250. Sull'isola splendeva l'antica torre con l'orologio
che accompagnava le ore delle giornate al tocco delle campane.
Il tratto del canale artificiale della conca fu scavato e costruito
su quella grossa fossa che circondava il castello denominata Bugno.
Nelle lavorazioni per gli scavi
furono rinvenute armi, oggetti di uso domestico, grosse palle di
pietra che servirono per le catapulte e molti altri curiosi oggetti
che testimoniavano i gloriosi ricordi della storia di Governolo.
Erano le ore 15 quando la staffetta
reale fu avvistata. L'ingresso del Re a Governolo fu accompagnato
da una tromba che squillava l'attenti, mentre sul campanile suonavano
a stormo le campane, e le sirene delle imbarcazioni urlavano quattro
note potenti che dominavano impetuose. Il cronista del tempo racconta
che la moltitudine di gente, alla vista del Re, gridava alla marinara
il suo evviva sventolando fazzoletti, cappelli, ombrelli e oggetti
di ogni genere.
Sua Maestà, dopo aver passato
il primo ponte, percorse la banchina ove stavano schierati i militi
di Governolo, Bagnolo e Roncoferraro. Raggiunse il palco reale eretto
di fronte alla diga inferiore. Fu accompagnato e circondato da una
lunga serie d'autorità su smaglianti automobili d'epoca. Era sindaco
di Roncoferraro, a quei tempi, il governolese Giovanni Benedini.
Erano presenti alla cerimonia l'ingegner Tognoni, uno dei costruttori
della diga e l'ingegner Norso direttore dei lavori.
Quando il Re salì sul palco
la folla, tutto d'un tratto, fece silenzio. Furono pronunciati due
brevissimi discorsi e alcune parole di semplice saluto del Marchese
Riva Berni per i comuni di Bagnolo e di Roncoferraro e dall'ingegner
Schiavi per il Consorzio che aveva costruito l'opera.
Dopo alcuni momenti di sosta
e il rinnovamento dei calorosi applausi, nei quali il popolo governolese
volle sfogare tutti i sentimenti di devota passione per il Re d'Italia,
l'augusto ospite si portò ad inaugurare il monumento ai Caduti di
Governolo. Fu accolto in questo solenne momento da una graziosa
bambina, Bruna Giuliani, che gli fece omaggio di un decoroso mazzo
di fìori.
Terminata la cerimonia reale,
Vittorio Emanuele III commosso per i vivi sentimenti d'affetto che
i governolesi gli avevano saputo esprimere, proseguì per Sustinente.
Il giorno dopo la conca, inaugurata
con tanta solennità, crollò come un castello di carte e tutti inorridirono
al pensiero di quello che sarebbe potuto accadere se ciò si fosse
verificato durante la cerimonia!
Gli onori del Re fruttarono
una brillante carriera al direttore dei lavori.
|
|
(*) Dalle testimonianze orali di alcuni anziani governolesi e dalla « Gazzetta di Mantova » del 26 maggio 1925. |