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Il corso del Mincio

 

 

Poi il lago di Mezzo e il lago Inferiore chiudono Mantova a est e a nord. Galleggiano le foglie della Trapa natans, la castagna d'acqua che, lungamente cotta, si mangia in autunno.
Porta Giulia, anticipa la grande presenza di Giulio Romano.
Accanto, il memoriale di Andreas Hofer, l'eroe del Tirolo, fucilato nel 1810 da Napoleone. Come un elegantissimo ponte, le architetture della Burgo, opera di Pier Luigi Nervi, il poeta del cemento armato. Il Castello di San Giorgio, il profilo della Reggia dei Gonzaga, la basilica palatina di Santa Barbara, la Domus Nova. La Diga Ghasseloup-Masetti, il passaggio del Mincio, la Vallazza delle ninfee, dei salici, con gli uccelli e le creature d'acqua.

 

 

La Vallazza

 

E' questo, insieme ai laghi, l'ambiente forse più noto e certamente più suggestivo con le alte quinte di canne alle quali si mescolano le macchie delle coloratissime ninfee che si alternano al verde delle felci; dall'acqua, apparentelente radicati nel nulla, escono alberi isolati. Il caldo dell'estate, i soffi leggeri degli uccelli in volo, i fruscii immaginati dei pesci che scivolano sotto le distese di alghe ed erbe natanti, il lento, periodico immergersi del remo nell'acqua scura dei canali sono tutte sensazioni forti che rendono emotivamente teso tale ambiente. Ma tutte le stagioni hanno caratteristiche proprie: la primavera con le variazioni sul tema dei verdi, gli infiniti cromatismi dell'autunno, !'indimenticabile inverno solo apparentemente monotono ma in realtà carico di elementi cromatici e naturalistici.

 


Fior di loto

 

Il terzo segmento è quello che dalla chiusa di Formigosa va alla foce: gli argini sono alti e prossimi alla riva. Enormi terrapieni che sono un monumento alla fatica dell'uomo della Padania per potersi difendere dagli attacchi del fiume. In riva sinistra si incontrano alcuni stagni regolari: sono le vecchie cave di argilla dismesse che alimentavano le fornaci cittadine. Una di queste è stata disattivata da poco - gestita per secoli dalla stessa famiglia, è patrimonio culturale dell'attività dell'uomo sul fiume. La vegetazione di riva s'è inselvatichita bonificando naturalmente alcuna zone: salici capitozzati s'allineano con le cortecce fessurate e germogliano rami sottili e vivacemente colorati; altri colpiti da trattamenti chimici troppo pesanti si sono calcinati e restano inerti testimoni della presenza dell'industria e dell'evoluzione dei tempi. La zona industriale è appena passata e per questo, ma anche per antica tradizione, il Mincio è diventato uno dei più importanti fiumi nel panorama della navigazione interna.

 


La fornace sul basso Mincio

 

Questo suo uso ne ha certamente peggiorato le caratteristiche ambientali ma,in un certo senso, lo fa vivere e non è un caso se, tra Bagnolo e Garolda, sono stati trovati resti di una delle maggiori città etrusche a nord del Po; centro commerciale di prima grandezza collegato per mezzo del fiume, al mare e al altre civiltà. Passata la piccola valle dei Signori, che testimonia gli spostamenti del fiume nel tempo, il Mincio diviene un immenso saliceto dal quale si alzano grandi uccelli mentre altri inanellano ampi giri nel cielo tra il Mincio e Po.

 


Passaggio in conca a Governolo
 

 

A Governolo furono scritte pagine tra storia e leggenda con Attila e S. Leone, Matilde di Canossa, Giovanni dalle Bande Nere, Mameli e Nino Bixio: oggi qui c'è la chiusa, già progettata e costruita da Gabriele Bertazzolo nel XVI secolo, che rende navigabile il fiume e S. Leone, più che un papa, ricorda la nuova imponente conca che permette di passare dal Po al Mincio al Canal Bianco con mezzi pesanti e permettere così al vecchio fiume di riprendere fiato e migliorare le sue condizioni di salute.

 

 
 

Foce Mincio
 
 
( Tratto da Guida al Fiume: Motonavi Andes Negrini, Governolo)
 
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