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			Preziose testimonianze sulla Parrocchiale di Governolo nel 1500 
 (Tratto da C. Gobbetti Governolo, un viaggio nella storia pag. 94-97) 
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			 « 
              V'è poi dalla parte del vangelo la torre delle campane fatta in 
              quadro fin dove si poggiano li sagri bronzi, ma quello sopravanza 
              alle campane è fatto acuminato come a pan di zucchero... »; "[1] 
			 « A mano destra nel fondo del coro si ritrova il campanile 
              d'altezza circa braza quaranta con sua guglia sopra... ».[2] Da queste due affermazioni, dagli affreschi sulla parete esterna ovest del campanile (ancora visibili) e da un grande arco a sesto acuto sulla parete sud, si può affermare che la direzione della chiesa non fosse rivolta con la facciata all'argine del Mincio (come l'attuale chiesa) ma sorgesse parallela all'attuale disposizione dell'argine. 
  
                 Osservate questa mappa settecentesca 
              di Governolo in particolare la chiesa Parrocchiale!!   
			Come 
              dimostra la mappa qui sopra riprodotta, la facciata dell'antica 
              Chiesa connessa al campanile, era rivolta verso la direzione del 
              castello, cioè verso il paese e non verso il fiume Mincio. Il campanile 
              era quindi collegato direttamente con l'interno dell'antica chiesa 
              e precisamente con la parte destra dell'altare. 
			Quell'antica 
              chiesa parrocchiale (oggi non più esistente) doveva essere stata 
              molto ben curata dai rettori che qui esercitavano il loro ministero 
              pastorale.   
			Nella 
              V.P. del 1544 vi è un ampio inventario di dotazioni sacre prive 
              di particolari ordinamenti o penalizzazioni. 
			Doveva 
              esserci stata una spaziosa sagrestia per contenere tutti i paramenti 
              e le suppellettili citate. 
			Fra 
              questi è curioso ricordare: un tabernacolo di rame dorato con la 
              crocetta; una preziosa lunetta (sostegno dell'ostia consacrata) 
              con la rispettiva scatolina d'argento; la statua di un Gesù Bambino 
              con una mano sulla guancia dipinto d'oro e un altro vestito con 
              ornamenti dorati particolarmente ricchi di preziosi coralli; una 
              grande e bella croce d'argento ecc., ecc. 
			Riguardo 
              l'interno di quella chiesa, sempre in questa V.P., vengono citati 
              quattro altari: quello dedicato a S. 
              Agostino con l'immagine del Santo in rilievo; quello dedicato 
              a S. Orsola con un quadro raffigurante la Madonna, S. Orsola e S. 
              Svibera; quello dedicato a S. Antonio con l'immagine del Santo in 
              rilievo; e infine, quello dedicato a S. Sebastiano con il quadro 
              raffigurante un Cristo, S. Rocco e S. Sebastiano (è interessante 
              osservare come la devozione a S. Sebastiano e a S. Rocco era comune 
              anche nella chiesetta della Motta). 
			Nella 
              V.P. del 1593 si documenta che un certo Cristoforo Margonari ebbe 
              dei diritti fino al 1576 sulla cappella (dentro la chiesa parrocchiale) 
              dedicata alla Beata Vergine con l'obbligo di conservarla, ripararla 
              e di farvi celebrare sei messe all'anno.   
			Nel 
              secolo successivo si documenta la presenza di altri due altari dedicati 
              a S. Fermo (V.P. 1647) e a S. Erasmo (V.P. 1674). 
			Anche 
              il Bertazzolo nel libro dedicato alla vita di Papa Leone Magno (pag. 
              10) cita un altare dedicato a S. Leone     Titolo 
              della parrocchiale 
			 
			Tale 
              compatrono apparirà nelle V.P. del 1593 (e dal 1647 in poi).  
			Del 
              resto il titolo di S. Erasmo è sempre citato fin dalle più antiche 
              testimonianze della parrocchia (documenti imperiali nel sec. XI). 
			S. 
              Erasmo, in Campania, viene considerato patrono dei marinari. Forse è questo il motivo per il quale la pieve di Governolo, 
              paese anticamente di barcaioli molti provenienti dal mare, era dedicata 
              a S. Erasmo.  
			Riguardo 
              il motivo dell'aggiunta del compatrono S. Agostino non ci vengono 
              forniti dati dalle V.P. Pur tuttavia è interessante osservare come 
              nel 1300 Francesco Gonzaga abbia conseguito la vittoria di ben due 
              guerre avvenute nei giorni di S. Agostino, 28 agosto, presso Governolo;[3] 
              da cui la probabile aggiunta del compatrono.    Le 
              confraternite governolesi 
			 
			Nel 
              1500 viene accennato a quella del SS. 
              Sacramento, nel secolo successivo si sviluppa quella della Beata 
              Vergine del Rosario e nel 1700 mi è stato possibile recuperare 
              un'ampia, documentazione riguardo a quella del Perdon 
              d'Assisi. 
			Le 
              confraternita erano raggruppamenti di fedeli, canonicamente erette, 
              il cui scopo consisteva nell'aiutarsi a vivere meglio l'esperienza 
              di fede cristiana, al culto divino e alla carità verso il prossimo. 
              Avevano particolari statuti, possedevano beni immobili e amministravano 
              una loro cassa.  
			A 
              conferma di questo, si può notare nella V.P. del 1674 come la confraternita 
              del SS. Sacramento avesse 
              dei redditi con un proprio registro ben ordinato delle entrate e 
              delle  spese.  
			Il 
              Vescovo ordinò che il nuovo libro degli oneri e dei  legati fosse firmato oltre che dall'Arciprete anche dal Superiore 
              della Società.  
			Si 
              afferma inoltre che tale Società ogni  
              anno estraesse tre ragazze, per dar loro la dote secondo 
              il  testamento di una 
              certa Giovanna (forse Gonzaga) che consisteva in 30 lire imperiali 
              e 6 piccoli imperiali.  
			Il 
              Vescovo s'interessò di questo e volle interrogare gli anziani e 
              il maestro riguardo alle modalità di tale estrazione. Questa confraternita, 
              particolarmente documentata nel 1500, aveva la sua sede nella chiesa 
              parrocchiale e generalmente la sua caratteristica consisteva nel 
              preparare alla comunione i confratelli infermi, accompagnare il 
              viatico ai moribondi con torcia accesa, assistere alle messe solenni 
              con lume acceso  durante 
              l'elevazione; partecipare ad una solenne processione nel primo venerdì 
              del Corpus Domini; recitare ogni  
              settimana un Pater, Ave, Gloria... ecc... 
			Poiché 
              le confraternita godevano di particolari privilegi, indulgenze, 
              grazie spirituali, la pena degli iscritti che trasgredivano a tali 
              obbligazioni, consisteva nella privazione delle grazie speciali.[4] 
			 Nell'anno 
              1544, i confratelli del SS. Sacramento erano  
              200. Nel 1553 viene nominata una certa Compagnia del Corpo di Cristo con 40 membri iscritti e con il salario di 15 ducati. 
 
 
 
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